Cuore & Batticuore Rubrica settimanale di posta storie di vita e vicende vissute
by Dino Petralia
C’è un pensiero del cuore che prescinde dalle parole.
Opera per meccanismi diversi e tuttavia comunica talmente da condizionare l’agire.
Non articola concetti, é puro istinto, irraggiamento termico che trasforma il brutto in bello e viceversa, che non distingue ma insegue il seducente plagio dell’anima.
La potenza delle parole e il vigore dei sensi sono briciole al suo confronto; ne sminuiscono il valore, a volte mentendo pure.
Parole e sensi riducono a margine ciò che ha sede nel centro; in un centro magmatico che autorizza a sentire, a provare, senza occhi né papille, liberando l’agire ad un fare incosciente e indiscriminato, senza mediatori verbali né compromessi che non siano irrazionali baratti d’azione.
Il pensiero d’amore, specie se radicato e costante, percorre un illogico intervallo che non distingue istantaneità e durata, perché, al di là di ogni misura, opera senza pause in un moto interiore che è turbine perpetuo, dinamo d’energia vitale, inarrestabile frenetica eruzione.
Ma ci si può fidare del pensiero del cuore? Ci conduce per la giusta via? O piuttosto disorienta drogando i sensi e le parole?
Che dominio ci resta se il cuore col suo pensiero pressa ed esige?
Si dice che l’età porti saggezza del fare e del pensare. E pure quella del cuore!
E se invece fosse la disabitudine a pensare col cuore ad ingannare trasfigurando in saggio l’intiepidito?
“Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce” é uno degli argomenti piú famosi di Blaise Pascal, filosofo, fisico e matematico francese che con il suo pensiero ha contribuito alla realizzazione dei calcolatori meccanici e a spiegare i concetti di pressione e vuoto. Storicamente fin dalla civiltà mesopotamica e poi dall’antica Grecia al rinascimento, poeti, filosofi, artisti e scrittori si sono interrogati su dove “albergassero” le emozioni nell’uomo. Nonostante la scienza abbia da molto tempo verificato come le emozioni siano funzioni biologiche del sistema nervoso, persiste dialetticamente e nell’immaginario collettivo la mistica attribuzione al cuore di tutti i pensieri e i sentimenti associati all’amore romantico, al cosiddetto colpo di fulmine e alla trepidazione. Contesto enfatizzato dal fervente credente Pascal che formula uno dei postulati della fede: “E’ il cuore che sente Dio, e non la ragione – dice il filosofo – Ecco che cos’è la fede: Dio sensibile al cuore e non alla ragione.” Più laicamente per Antoine de Saint-Exupéry, padre letterario del Piccolo Principe, “si vede bene solo con il cuore. L’essenziale é invisibile agli occhi.”