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L’Europa e l’incubo ricorrente della grande Germania

Come se non bastassero i virus che tormentano tutta l’Europa e il mondo, sul cielo sopra Berlino sembra nuovamente aleggiare il fantasma della grande Germania.L’Europa e l’incubo ricorrente della grande Germania

Il blitzkrieg,  o meglio i lampi di guerra, della Corte Costituzionale tedesca contro la Bce hanno l’amaro retrogusto storico della Weltanschauung, la concezione germano-centrica del mondo. La sindrome di una nazione  che nonostante la tragedia di due guerre mondiali e del nazismo non riesce ad elaborare fino in fondo l’ eguaglianza fra i popoli europei. L’Europa e l’incubo ricorrente della grande Germania “E’ principalmente un problema tedesco, la cui soluzione non è giuridica, ma politica, perché la Corte Costituzionale della Germania pone il governo tedesco e la Bundesbank  nella condizione di dover di decidere se obbedire alle decisioni della Corte di giustizia dell’Unione europea o a quelle della Corte di Karlsruhe” afferma afferma l’editorialista ed economista Enrico Cisnetto.

L’Europa e l’incubo ricorrente della grande Germania
Enrico Cisnetto

Riaffiora la maledizione storica della Germania, teorizzata da Churchill, o è una impennata giuridico politica destinata a rientrare?

“Il rilievo mosso dalla Bundesverfassungsgericht , la Corte Costituzionale, è prima di tutto un fatto interno, relativo all’inerzia di parte tedesca circa la questione della proporzionalità tra la politica monetaria della Bce e gli effetti di natura fiscale che ne scaturiscono. La minaccia è rivolta alla Bundesbank, che non sarà più autorizzata a sostenere il programma della banca centrale.L’Europa e l’incubo ricorrente della grande Germania

È dunque alla Bundesbank e al governo di Angela Merkel che la palla avvelenata passa. Sono loro che dovranno spegnere il fuoco prima che diventi un incendio.  Ma allo stesso tempo la sentenza ha riflessi fuori dalla Germania, perchè mette in discussione sia la legittimità della Corte di giustizia Ue (Cgue) che l’indipendenza della Bce. I supremi magistrati tedeschi hanno infatti considerato arbitrario e respinto un precedente giudizio della Corte con sede in Lussemburgo, che nel 2018 aveva riconosciuto come il Quantitative Easing non violasse il mandato della Bce. Ora, è evidente che se si affermasse il concetto che ciascuna delle Corti costituzionali dei 27 paesi membri è libera di sentenziare, con effetti esecutivi, circa il rispetto dei Trattati, l’Unione verrebbe meno.L’Europa e l’incubo ricorrente della grande Germania

Ruolo di Angela Merkel ?

Difendo la Merkel, e spero che faccia un nuovo mandato di governo. È proprio contro di lei che la Corte tedesca ha spedito il suo siluro. In questi anni ha consentito a Draghi, con un accordo tacito ma solidissimo, di gestire la politica monetaria della Bce con il famoso bazooka. Quando non ci fosse più lei, di sicuro per noi e per l’Europa sarebbe peggio. Una volta che fosse fuori dalla scena, la rimpiangeremo. Perchè chi verrà dopo sarà duro anche nei fatti, non solo a parole. Quelle parole che hanno consentito a Cdu-Csu di evitare alla Germania una deriva populista e nazionalista. Quando si faranno i conti con il metro della storia, non sarà stata cosa da poco. L’Europa e l’incubo ricorrente della grande Germania

L’Europa reggerà o è ipotizzabile una Ue ridotta, una Unione Europea Atlantico-Mediterranea formata principalmente da Italia Francia Spagna Portogallo e Grecia?

Disconoscendo la competenza della Corte europea, la Germania si metterebbe dalla parte del torto, in termini europei, e finirebbe di fatto fuori dall’Euro e dall’Unione. Per questo rimane un problema tedesco anche in chiave europea: è la Germania che deve decidere se far vivere o se sopprimere l’unità europea. Ma sarà bene ricordare una cosa: a suo tempo non furono i tedeschi, bensì i francesi, a non volere una maggiore integrazione politico-istituzionale dell’Europa. E oggi i maggiori guai alla tenuta dell’impalcatura dell’eurozona li porta l’Italia, che negli anni del QE di Draghi invece che risanare i conti e fare sviluppo, ha accresciuto il debito e per di più senza produrre crescita. Per questo non credo ad una Unione Europea Atlantico-Mediterranea. Intanto perchè la Francia non ci starebbe, l’asse Parigi-Berlino per i francesi è prioritario. E poi perchè senza Francia tornerebbe il famoso acronimo PIGS (dalle iniziali di Portogallo, Italia, Grecia e Spagna): sarebbe l’alleanza dei poveretti. Dio ce ne scampi.L’Europa e l’incubo ricorrente della grande Germania

Chi gongola di più: Mosca, Pechino o Trump?

Di fronte all’Europa fragile e disunita gongolano tutte e tre le altre grandi potenze. Ma mentre che lo facciano Russia e Cina è nell’ordine naturale delle cose, che siano gli Stati Uniti non solo ad essere soddisfatti, ma anche a lavorare perchè ciò avvenga, è qualcosa che considero contro natura. Eppure è dall’inizio del suo mandato che Trump ha nel mirino l’Unione Europea: ha incitato gli inglesi alla Brexit, ha appoggiato i partiti sovranisti, ha consentito – insieme con Erdogan – che la Nato perdesse ogni giorno di più ruolo e influenza. Così la solidarietà atlantica, che per l’Italia è stata un valore fondamentale dal 1945 in poi, rischia di andare a farsi benedire. Sottolineare i pericoli insiti nelle relazioni con Russia e Cina è giusto, ma il primo pericolo per noi e per l’intera Europa è che venga meno il vecchio patto Atlantico.L’Europa e l’incubo ricorrente della grande Germania

 

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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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