L’Italia piange Pablito, Paolo Rossi, l’eroe del mundial di Spagna e della Nazionale di Enzo Bearzot.
Sarà sempre epica l’immagine di Paolo Rossi che con la maglia azzurra numero 20 si staglia a suon di gol nei ricordi dello storico mondiale del 1982 .
Centravanti con un fiuto innato della rete e lo scatto fulmineo del goleador, in quelle settimane di gloria del calcio italiano Paolo Rossi trascinò letteralmente gli azzurri alla vittoria, rifilando tre gol al Brasile di Zico, due alla Polonia e uno alla Germania in finale, dopo aver battuto l’Argentina di Maradona, contribuendo in maniera determinante a fare conquistare all’Italia il terzo titolo di campione del mondo.
In quello stesso magico anno del 1982 del calcio azzurro, Paolo Rossi conquistò oltre al Mondiale anche il titolo di capocannoniere e il Pallone d’oro.
Dopo l’esordio con l’exploit da capocannoniere della serie B al Vicenza, passò alla Juve allenata da Giovanni Trapattoni, dove vinse due scudetti, una Coppa Italia, una Coppa delle coppe, una Supercoppa europea e nel 1985 la Coppa dei campioni. Successivamente giocò nel Milan e nel Verona.
Strappato alla vita a 64 anni, assistito dalla moglie, la giornalista e scrittrice Federica Cappelletti e dai tre figli, Sofia Elena, Maria Vittoria e Alessandro, nell’addio al campione riecheggia il nome ritmato di Paolo Rossi acclamato dall’Italia in delirio la notte dell’11 luglio del 1982.