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L’ombra nucleare di Putin dietro il fallimento di hi tech e intelligence

Angosce nucleari segrete e prospettive di speranze ancora lontane si alternano nei bilanci di fine anno della immane, e per molti versi incomprensibile, tragedia della guerra scatenata da Putin contro l’Ucraina.

L'ombra nucleare di Putin dietro il fallimento di hi tech e intelligence
Vladimir Putin

Nonostante lo slancio mediatico ed il grande valore politico e storico della visita di Zelensky a Washington, l’incubo inconfessabile di un folle blitz atomico russo traspariva non soltanto negli sguardi angosciati del Presidente ucraino ma anche dal continuo ricorso a frasi scritte da parte di Biden.

Cosa doveva comunicare direttamente il Presidente americano al coraggioso leader ucraino all’indomani della convocazione dei vertici militari russi a Mosca da parte di  Putin?

La tensione di Zelensky alla Casa Bianca e nel discorso al Congresso degli Stati Uniti fanno temere che l’intelligence americana abbia captato segnali inquietanti provenienti dal Cremlino.

L'ombra nucleare di Putin dietro il fallimento di hi tech e intelligence
Zelensky alla Casa Bianca

Tempi e modi dell’enigma rappresentato dal presidente russo preoccupano dall’estate scorsa gli analisti di strategie militari e soprattutto gli esperti dei servizi di sicurezza in grado di sviluppare e calcolare tutti gli ipotetici scenari delle iniziative militari russe.

In altri termini, la pianificazione dell’uso di ordigni nucleari tattici a basse intensità, in caso di mancato successo dell’ulteriore incremento degli attacchi convenzionali.

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Bomba nucleare tattica

L’angoscia di un possibile epilogo atomico nei primi mesi del nuovo anno, non viene affatto considerata remota al Pentagono, alla Nato e al JIC, il Comitato Congiunto dell’Intelligence di Londra.

Non si convocano i vertici militari di un paese come la Russia – è la tesi- se non per comunicare loro che si sta prendendo in considerazione l’uso di una bomba tattica, o almeno di una micro carica atomica in grado di distruggere un’area circoscritta, per esempio Kiev, lontana dal confine con la Russia, e dai fronti del Donbass dove combattono i soldati di Mosca.

Dalle reazioni dei vertici militari e dalle eventuali “purghe” di comandanti scettici o contrari alla eventualità della svolta nucleare, si dedurranno le possibili mosse di Putin.

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Medvedev e Xi Jinping

I rapporti con la Cina rappresentano un altro elemento di valutazione sulla situazione reale che sta vivendo il Cremlino, pressato contemporaneamente dalla difficile situazione determinata dalle sconfitte militari e dalle gravissime perdite di vite umane e di armamenti, nonché dalla crisi economica e finanziaria.

L’improvviso viaggio a Pechino e l’incontro con Xi Jinping di Dmitrij Medvedev potrebbe avvalorare l’ipotesi della comunicazione all’alleato cinese dell’opzione nucleare, oppure essere interpretato come il tentativo dell’ex Presidente Russo di accreditarsi come successore di Putin al cospetto di un alleato tanto preoccupato per l’evolversi della guerra in Ucraina quanto per le pesanti conseguenze economiche che comporta.  A preoccupare la Cina è soprattutto la constatazione di come Putin si sia avvitato in una situazione che ha trasformato il conflitto in Ucraina nella guerra della Russia contro il resto del mondo.

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Putin e Lukashenko

La frenesia d’iniziative del Cremlino é confermata anche dall’ accelerazione dei rapporti con la Bielorussia.  A pochi giorni dalla visita di Putin a Minsk, il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko si è recato infatti a Mosca per una serie di summit militari e politici, conclusi con un nuovo incontro con Putin.

A Kiev danno per scontato che Mosca abbia quasi convinto, o costretto, la Bielorussia a partecipare direttamente ad una nuova offensiva contro l’Ucraina. Ma confidano nell’aumento esponenziale delle forniture di armi e dei sistemi difensivi di Washington: Hawks, Stinger, Javelin, Himars, Atacms, Nasams e ora anche Patriots.

Un riarmo talmente massiccio che lascia intravedere il rimorso dell’amministrazione Biden per non avere creduto fin dall’inizio alle potenzialità di resistenza e di contro attacco delle forze ucraine nei confronti dell’armata russa.

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Missili Patriots

Se adeguatamente armati fin dall’inizio dell’invasione, ammettono ora i comandi Usa  e Nato, le truppe di Kiev avrebbero inferto perdite molto più gravi ai russi e li avrebbero costretti ad una ritirata oltre i confini del loro paese.

Mosca invece è riuscita a trasferire e riorganizzare al sud le superstiti forze della fallita spallata contro la capitale ucraina e occupa tutt’ora la Crimea e quasi l’intero Donbass.

Pur dissanguata e al limite della disponibilità di missili, tanks e armamenti, l’armata russa insiste in uno  sforzo offensivo a Bakhmut, la città della regione di Donetsk trasformata in un avamposto del  Gruppo Wagner, un gruppo mercenario che fa capo al Cremlino. Con l’inverno il terreno fangoso congelerà, consentendo ai veicoli pesanti di muoversi di nuovo. Entrambi i fronti si stanno ora riarmando e preparano controffensive.

Già da gennaio l’Ucraina sarà in grado di schierare un nuovo corpo d’armata, mentre la Russia prevede di utilizzare i soldati mobilitati ed addestrare nuove unità.

Alla svolta della visita alla Casa Bianca di Zelensky, una svolta che ha totalmente coinvolto gli Stati Uniti e l’occidente a fianco dell’Ucraina nella gigantesca battaglia industriale e tecnologica che sorregge la battaglia sul fronte della guerra convenzionale di resistenza all’invasione russa, corrisponde anche un finora segreto fattore high-tech.

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Server Russi

“Questa è la guerra tecnologicamente più avanzata nella storia umana”, ha affermato al Washington Post il Ministro ucraino per la trasformazione digitale, Mykhailo Fedorov. Una “guerra dei maghi digitali “,  un conflitto digitale segreto che non è ancora stato raccontato nei dettagli.

“Stiamo assistendo ai modi in cui le guerre saranno combattute e vinte negli anni a venire” ha affermato il Generale Mark Alexander  Milley, Capo di stato maggiore dell’Esercito degli Stati Uniti.

La potenzialità dei sistemi avanzati di guerra algoritmica è così vasta, spiegano gli esperti, che equivale ad avere armi nucleari tattiche. Applicando l’intelligenza artificiale per analizzare i dati dei sensori e tutti i rilevamenti satellitari, i consiglieri della Nato, al di fuori dell’Ucraina, e l’intelligence occidentale, possono rispondere rapidamente alle domande essenziali dei comandanti ucraini sui vari fronti di combattimento: dove sono i reparti, i mezzi corazzati, le artiglierie e i depositi di armi dell’esercito russo ? Da quali batterie missilistiche e di artiglieria  possono essere distrutte le postazioni nemiche? E dopo l’azione, possono valutare se le loro informazioni erano accurate, aggiornare il sistema e colpire di nuovo. I software vincenti dell’Ucraina hanno orizzonti che partono dalla Silicon Valley.L'ombra nucleare di Putin dietro il fallimento di hi tech e intelligence

Anche Mosca ha provato a incrementare la potenzialità elettronica bellica, ma non è stata in grado di connettersi con la struttura di dati complessa, statica e omogenea dei sistemi satellitari. E’ la conferma che l’apparato militare russo non è flessibile perché condizionato dall’ossessione dell’intelligence di regime che utilizza la tecnologia essenzialmente per la repressione e i controlli individuali nei confronti di tutti i connazionali.

L’ intelligence di un regime dittatoriale destinato ad implodere perché storicamente non può reggere al confronto con l’intelligence delle democrazie e degli ideali di libertà.L'ombra nucleare di Putin dietro il fallimento di hi tech e intelligence

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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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