Poker di Premier
La prima notte della terza Repubblica é trascorsa tra telefonate, incontri, domande, dubbi e ripensamenti. Insomma tutt’altro che les jeux sont faits e soprattutto che rien ne va plus perché manca il vaglio costituzionale del Quirinale.
Nel filtro finale dell’imbuto che conteneva tutti i possibili Premier è rimasto un poker di nomi:
- Giulia Bongiorno visto che ad ogni giro su nomi e cognomi ricorreva la senatrice leghista, avvocato alla Perry Mason, esperta parlamentare, gradita a tutti, ci si è chiesti: ma se può fare il Guardasigilli perché non il Presidente del Consiglio?
- Raffaele Cantone come in una nota reclame il suo nome è sinonimo di legalità e per un governo del cambiamento sarebbe un attimo inizio.
- Giulio Tremonti leghista dall’era Bossi, antieuropeista quanto basta, antiberlusconiano non viscerale, Merkel esente, vaccinato su tutti i trucchi di Bruxelles, e mago dei bilanci pubblici. A meno di veti 5 Stelle e riserve mentali di Salvini, potrebbe essere l’uovo di Colombo
- Elisabetta Belloni per l’Italia rappresenterebbe letteralmente un asso nella manica, nel senso che da esperta diplomatica oltre a tenere a bada Bruxelles, la Nato, Putin e Trump potrebbe dare un contributo di soluzioni anche per la Brexit…..
Oltre al poker di nomi vengono tenute di riserva anche le candidature del collaudato e affidabile Giancarlo Giorgetti e delle new entry milanesi Ferruccio De Bortoli, ex Direttore del Corriere della Sera, un censore di Renzi che illuminerebbe il cielo sopra l’Italia e darebbe il senso di una scelta davvero innovativa, e Gianluca Vago, Rettore dell’Università di Milano e anatomo patologo. In grado cioè di risalire ai fatali malanni del Paese, ma fatalmente di non poterlo resuscitare….
Le opzioni sono valide, ma la scelta segue gli inediti criteri politici di una alleanza ancora tutta da collaudare. Una alleanza che secondo i più maliziosi sembra un matrimonio civile fra due partiti dello stesso sesso, quello populista.