La Russia è ancora quel “paese che uccide i suoi poeti, ma che fa nascere persone pronte a morire per i loro versi” come scrisse il poeta polacco Osip Mandelstam? E a Mosca, San Pietroburgo, Rostov, Novograd, Vladivostok come percepiscono e vivono i cittadini russi la guerra scatenata da Putin contro l’Ucraina ?

“A Mosca nessuno sa cosa succede, ma lo capiscono tutti, sintetizzò Luigi Barzini jr” spiega Andrea Romano, parlamentare del Pd e docente universitario di Storia contemporanea che ha studiato e vissuto per anni in Russia e che segue quotidianamente la stampa e i media russi.

Che atmosfera si percepisce da Mosca ?
L’atmosfera di un accerchiamento crescente, a cui il regime risponde con una ossessiva mobilitazione patriottica (anche in vista della ricorrenza del 9 maggio, anniversario della vittoria sovietica nella seconda guerra mondiale e da sempre apice delle celebrazioni patriottiche russo-sovietiche) e con una parossistica xenofobia. Significativa la legge attualmente in discussione alla Duma, in base alla quale saranno definiti “agenti stranieri” tutti coloro che si trovassero sotto “influenza straniera” di qualunque genere. Quindi non solo economica, ma anche di opinione.
L’ “operazione speciale” vista dalla parte del cittadino russo della classe media. Indifferenza, assuefazione al regime, dubbi?
Difficile dire quali siano le reali opinioni dei cittadini russi, considerando la scomparsa di ormai tutta la stampa indipendente dal regime e l’assenza di una libera discussione nella società civile. Purtroppo in queste settimane parla solo il regime. Ogni altra voce è stata silenziata. La dittatura è piena e incontrollata.
Segnali e sintomi di evoluzione?
Non ve ne sono di palesi ed evidenti. Al contrario, negli ultimi giorni c’è stata una evoluzione ancora più radicale della propaganda di guerra del regime: significativa l’intervista data martedì scorso da Nikolaj Patrushev, segretario del Consiglio di Sicurezza russo e voce molto affidabile di Putin, che ha dichiarato che l’obiettivo del regime è la “frantumazione dell’Ucraina in alcuni piccoli stati”. Se ci sono progressi sul piano diplomatico, come speriamo tutti ci siano, al momento non sono visibili.
