Toghe elezioni & nomineL‘Associazione nazionale magistrati si appresta a cambiare i propri vertici. Sabato 28 marzo il Comitato direttivo centrale eleggerà i nuovi Presidente e Segretario e rinnoverà l’intera giunta. Due anni fa, dopo dieci anni di divisioni, era stata ripristinata l’esperienza delle giunte unitarie, in cui sono rappresentate tutte le correnti della magistratura, che annualmente si alternano alla presidenza dell’Anm.
E’ durata poco: perché quattro mesi dopo la fine del mandato di presidente dell’ex Pm di Mani Pulite Piercamillo Davigo e la corrente da lui fondata, Autonomia e Indipendenza, nel luglio scorso ha lasciato la giunta.
Motivo della rottura, l’atteggiamento giudicato troppo morbido dell’Anm rispetto alle scelte definite “incomprensibili” del Csm nelle nomine dei magistrati ai vertici degli uffici giudiziari.
Da allora sono quattro le correnti rimaste a condividere il governo dell’Anm. Stavolta la guida del sindacato delle toghe dovrebbe toccare a un esponente di Unità per la Costituzione, la componente di centro.
Quasi certamente sarà il sostituto procuratore romano Francesco Minisci, che è già stato segretario dell’Anm nella giunta Davigo e che all’elezioni del 2016 fu il secondo per numero di preferenze ottenute.
Originario di Cosenza, 49 anni, Minisci ha lavorato anche in Calabria, dove ha condotto indagini sulle cosche della ‘ndrangheta del cosentino. Delle infiltrazioni della ‘ndrangheta nella Capitale e nel Lazio, Minisci si è occupato anche alla Direzione distrettuale antimafia di Roma. Mentre da componente del pool antiterrorismo della Procura di Roma, è stato titolare di inchieste sull’anarco-insurrezionalismo e sull’antagonismo sociale.
Nuovo segretario dell’Anm dovrebbe essere invece un esponente di Area, il gruppo che esprime l’attuale presidente Eugenio Albamonte. Tra i possibili “papabili” c’e’ il giudice del tribunale di Lecce Alcide Maritati.
I nuovi vertici dell’Anm procederanno a luglio alle elezioni dei 16 nuovi componenti del Consiglio Superiore della Magistratura: 2 magistrati di Cassazione, 4 Pm e 10 giudici di merito.
Fra le prime candidature spiccano quelle di Pier Camillo Davigo , di Carmelo Celentano, Sostituto Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione, di uno dei pubblici ministeri dell’inchiesta su mafia capitale, il Procuratore aggiunto di Roma Giuseppe Cascini, del Procuratore aggiunto di Catania Sebastiano Ardita e di Luigi Spina, sostituto Procuratore di Castrovillari.
A settembre il Parlamento procederà all’elezione degli 8 membri laici, cioè non togati, del Csm. Il nuovo Parlamento riceve inoltre in eredità dalla precedente legislatura la nomina del giudice della Corte Costituzionale in sostituzione di Giuseppe Frigo, dimessosi dall’incarico per motivi di salute il 7 novembre 2016.
Si ricomincerà dalla candidatura dell’Avvocato Franco Coppi sul quale, dopo due anni di votazioni a nuoto, sarebbe stato raggiunto un accordo già nell’ultimo scorcio della precedente legislatura.