Regimi e leader a vita
Il Celeste Impero diventa rosso e Xi Jinping assume il ruolo di capostipite della nuova dinasta del potere cinese. Un leader più potente e acclamato dello stesso Mao Tse Tung e che concentra le tre più alte cariche della Cina: Presidente della Repubblica, Segretario del Partito comunista e Presidente della Commissione militare centrale, cioè capo supremo della forze armate cinesi.

Tre elezioni decise all’unanimità dal Congresso e dall’Assemblea del Popolo. Un potere che non ha scadenze perché il parlamento cinese, contemporaneamente alla rielezione alla presidenza, ha abolito il limite del doppio mandato.
Una continuità che consentirà a Xi Jinping di gestire, e di controllare rigidamente, il rilancio economico e tecnologico di un paese con quasi un miliardo e 400 milioni di abitanti. Una sterminata repubblica popolare, in gran parte ancora da ammodernare, ma che necessita di un continuo sviluppo, una costante espansione, per evitare il rischio di implosioni socio economiche.

L’unica novità della nomenklatura è rappresentata dall’elezione, anche questa rigorosamente unanime, di un vice Presidente: Wang Qishan, braccio destro di Xi ed ex capo della Commissione centrale per l’Ispezione disciplinare, che tra il 2012 e il 2017 ha individuato e punito centinaia di migliaia di casi di corruzione.
Si conclude così la nuova lunga marcia di assestamento dei vertici del partito comunista cinese, alla quarta generazione post Mao.
Tra i primi a congratularsi per la rielezione al vertice dello Stato in Cina, è stato il presidente russo, Vladimir Putin, alla vigilia di una scontata rielezione.
Secondo gli analisti Putin potrebbe seguire l’esempio cinese e fare abolire dalla Duma anche in Russia i limiti al mandato presidenziale.
Dopo il pieno ritorno a Pechino del potere rosso-imperiale del potere, a Mosca sarebbe dunque in arrivo una nuova versione di Zar post marxista-leninista…
Una duplice mutazione storica di regimi sconfitti dalla democrazia, ma che sulle macerie dell’ideologia hanno impiantato un oscuro potere per il potere sfruttando al massimo gli apparati di intelligence che in tutte le dittature vengono utilizzati per manipolare l’opinione pubblica, controllare i cittadini e stroncare sul nascere ogni minima contestazione.