Interessi convergenti, strategie divergenti. Il boomerang per Vladimir Putin della sempre più fallimentare invasione dell’Ucraina ed i contraccolpi economici del braccio di ferro con gli Stati Uniti per Xi Jinping conferiscono un particolare effetto tattico e geopolitico al 22° vertice a Samarcanda della Shanghai Cooperation Organization, che riunisce Cina, Russia, India, Pakistan, Kirghizistan e Tajikistan.
La mano tesa del Presidente Cinese a Putin sottolinea la capacità di essersi assicurato “pacificamente”, senza spargimenti di suicidi e incidenti, un terzo mandato di leader militare e politico assoluto ed essere riuscito a proiettare Pechino ai vertici dell’economia globale, in grado di contendere il primato di Washington. Il leader russo ha invece glissato sulla critica situazione militare sul fronte ucraino ed ha rilanciato sulla formazione di un ordine mondiale multipolare antioccidentale in generale e antiamericano in particolare.
