Il passato si allunga, il futuro si accorcia. Di settimana in settimana il focus politico si sposta sul sindacato di lotta e di governo. La giornata nazionale di protesta della scuola del 10 e lo sciopero generale indetto da Cgil e Uil per il 16 dicembre, segnalano il forte disagio economico e sociale dei lavoratori dipendenti.

Nonostante i tentativi di mediazione e gli sforzi del governo Draghi per avvicinarsi quanto più possibile alle richieste dei leader dei due sindacati, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri, cioè in sintesi assicurare il mantenimento dei livelli di occupazione, introdurre agevolazioni fiscali e tutelare le retribuzioni falcidiate dal caro bollette e dall’inflazione galoppante, Cgil e Uil hanno confermato lo sciopero generale, escludendo i settori dei servizi pubblici essenziali per non incorrere nel richiamo dell’autorità garante.
Pur senza l’adesione della Cisl, che ha assunto una posizione autonoma più moderata, il confronto col sindacato per tentare di disinnescare la tensione e la divaricazione del Paese in concomitanza con la nuova preoccupante impennata della pandemia, si è spostato da palazzo Chigi alla Commissione bilancio del Senato dove prosegue l’iter dell’esame della legge sul budget dello Stato e la giungla degli emendamenti.
