Cuore & Batticuore Rubrica settimanale di posta storie di vita e vicende vissute
by Augusto Cavadi
Anche se ho in mente le troppe decisioni che Papa Francesco non ha preso – non ha voluto o non ha potuto prendere – per la sua Chiesa, mi é umanamente simpatico. Sono dunque sinceramente dispiaciuto per le sue traversie sanitarie e spero che si rimetta in forma il più presto possibile. Non può dunque che colpirmi favorevolmente la notizia che piccole folle di fedeli si radunino ora sotto l’ospedale ora in piazza san Pietro ora in altri luoghi del pianeta per pregare per lui.
Dal punto di vista sentimentale trovo incoraggiante constatare che esistono ancora dei personaggi pubblici che attraggono stima, solidarietà, affetto dalle donne e dagli uomini di strada. Ma poiché non siamo solo una fucina di sentimenti, mi viene spontaneo chiedere che messaggio questi cattolici stiano trasmettendo al mondo (oggettivamente, senza neppure averne consapevolezza).
Le loro preghiere per la guarigione del Papa implicano una serie di convinzioni che non é facile giustificare teologicamente.
La prima é che da Dio dipendano direttamente tutti i fenomeni naturali dell’universo: ma davvero, come mi si ripeteva da bambino, non cade foglia che Dio non voglia? O Egli/Ella/Esso/X va pensato come il Fondamento della totalità che (per riprendere le suggestioni di Teilhard de Chardin e di don Carlo Molari) non “fa” ma “fa fare” a ciascun essere secondo le sue peculiarità? Non va pensato, forse, come la Causa “prima” che rende possibile l’operatività autonoma delle cause “seconde”?
Se non adottiamo questa concezione di Dio più evoluta e restiamo alla visione medievale della “onnipotenza” divina, dovremmo ammettere che Egli/Ella/Esso/X possa guarire “miracolosamente” Bergoglio, ma non lo fa spontaneamente. Per attivarsi aspetta che un congruo numero di esseri umani glielo chieda. A quanto ammonterebbe il numero minimo legale? Cento, mille, centomila, un milione di oranti?
Ammesso – e non concesso – che Dio possa e voglia intervenire specificamente in un caso come questo (e lo facesse davvero per venire incontro alla pressione dell’opinione pubblica religiosamente accreditata), che cosa penserebbero i genitori che pregano invano per la guarigione dei loro piccoli o i piccoli che pregano invano per i loro genitori?
Come si potrebbe giudicare un Dio che risparmia la morte a un vecchio ottantottenne, ma rimane inerte davanti all’agonia di milioni di persone di ogni età (senza contare le inenarrabili sofferenze di animali di ogni altra specie vivente)?
Sono – o almeno tendo ad essere – un soggetto ragionevole, ma non sono un razionalista. Forse ognuno di noi è connesso con tutta l’umanità, anzi con tutto il cosmo, non solo a livello fisico, ma anche mentale e psicologico. Forse l’entanglement di cui parlano i fisici quantistici non vale solo a livello di microfisica.
Dunque pregare Dio per un nostro simile può essere un modo – per così dire indiretto – di trasmettergli energie positive, sanatrici, liberatrici. In questa ipotesi (che per me é una speranza) anche la preghiera collettiva per un Pontefice malato può avere un senso.
Purché si sappia e si dica chiaramente che la visione antropomorfica di Dio, come Arbitro indiscutibile che dà e toglie la vita secondo criteri a noi ignoti, é ormai alle spalle della teologia più evoluta.
Assieme a migliaia di teologi, occorrerebbero intere biblioteche e memorie telematiche per dibattere compiutamente dell’esistenza di Dio, che rappresenta una delle fondamentali questioni aperte della filosofia e in particolare della metafisica. I diversi orientamenti teologici si occupano dalla notte dei tempi della definizione e dell’interpretazione della natura e delle manifestazioni di Dio o degli dei. In particolare hanno tentato di spiegare in vario modo l’origine della fede in Dio facendo riferimento, al pensiero, alla rivelazione soprannaturale o alla libera scelta del singolo. L’elevazione dell’anima verso una astratta o concreta fede rappresentata dalla preghiera é, nel caso delle orazioni religiose per Papa Francesco, semplicemente una corale e spontanea manifestazione di solidarietà e affetto nei confronti del Pontefice sofferente, ricoverato in ospedale. Preghiere che in situazioni analoghe hanno accompagnato tutti i predecessori di Bergoglio. Con compassione umana e spiritualmente individuale dunque: primum pregare deinde philosophari !