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Putin guerre & delitti:l’ineluttabilità del secondo anniversario ucraino

La convivenza con la morte incombente si é ormai trasformata in una coesistenza. Da 370 giorni lungo le trincee del fronte russo-ucraino l’alternativa é sopravvivere o essere colpiti.Putin guerre & delitti: l’ineluttabità del secondo anniversario ucraino

Quanti combattenti di Kiev e di Mosca si uccideranno a vicenda nel secondo anniversario della fallita invasione russa dell’Ucraina? La risposta la darà il bagno di sangue delle esplosioni dei colpi d’artiglieria e delle granate, i bombardamenti di missili e droni, i proiettili di kalashnikov e le baionette dei corpo a corpo del massacro quotidiano.

Un massacro fra chi combatte per difendere la patria ucraina dagli invasori e le centinaia di migliaia di russi mandati al macello dal regime di Putin per opprimere un popolo culturalmente fratello.Putin guerre & delitti: l’ineluttabità del secondo anniversario ucraino

Quanto durerà la guerra? si domanda il mondo. Almeno fino alle elezioni americane, é una delle risposte. Perché Putin sta puntando tutto sulla vittoria di Trump e sulla preannunciata interruzione da parte del candidato repubblicano del sostegno militare Usa a Kiev.

Un calcolo cinico e spietato fatto sulla pelle del popolo russo e delle circa 300 mila vittime che finora é costata a Mosca la fallita invasione.

Strategicamente l’armata russa la guerra l’ha persa il giorno stesso della mancata conquista di Kiev. In questi due anni di combattimenti Mosca ha perso migliaia di carri armati, tre quarti dei mezzi corazzati e dell’artiglieria, la metà della flotta del Mar Nero, centinaia fra elicotteri e aerei ed ha quasi azzerato gli arsenali convenzionali, tanto che ha dovuto far ricorso ai proiettili d’artiglieria, ai missili e ai droni di Corea del Nord, dell’Iran e della Bielorussia.

Putin guerre & delitti: l’ineluttabità del secondo anniversario ucraino
Aleksej  Navalny

Come evidenzia l’agghiacciante assassinio di Aleksej  Navalny, un delitto destinato ad avere ripercussioni esponenziali nel sommesso ma progressivo processo di rigetto del regime di Putin da parte dei russi, l’attesa dell’effetto Trump per il Cremlino potrebbe dimostrarsi illusorio e controproducente.

Intanto perché non é ancora affatto certo che l’ex Presidente possa liberarsi dalla zavorra giudiziaria dei molteplici e gravissimi reati dei quali deve rispondere davanti alla giustizia americana e che quindi possa candidarsi ed essere rieletto. Poi perché anche nonostante Trump, la Nato, Gran Bretagna, Europa, Canada, Australia, Nuova Zelanda e Giappone, continueranno a sostenere l’Ucraina militarmente e con il supporto dell’intelligence.

“Anche se il Congresso americano interrompesse il sostegno, l’Ucraina rimane forte sotto molti aspetti e continuerà ad ostacolare le più grandi ambizioni del Cremlino di conquistare il paese. Pur se oggi il gioco é duro, non c’è motivo di fatalismo”, scrive il Washington Post.Putin guerre & delitti l’ineluttabilità del secondo anniversario ucraino

Per lo storico inglese Timothy Garton Ash, editorialista del Guardian: “se non affrontiamo l’urgenza di consentire all’Ucraina di consolidare le sue posizioni difensive, riorganizzarsi e infine vincere la guerra che sta combattendo per conto di tutti noi, tra qualche anno dovremo affrontare un attacco ancora più diretto da una Russia incoraggiata e revanscista. Putin deve essere sconfitto. Questo é l’unico modo per uccidere questa guerra”.

Tuttavia, come dimostra la recente perdita del nodo strategico Avdiivka, l’Ucraina potrebbe trovarsi in difficoltà nel caso di una completa interruzione dell’assistenza statunitense. La ritirata di Avdiivka si aggiunge al mancato raggiungimento degli obiettivi della controffensiva del 2023. Ma data la forza delle difese di entrambe le parti, il mancato sfondamento delle linee russe non é stata una sorpresa. In questo conflitto le difese si sono dimostrate molto più forti delle capacità offensive e, per questo motivo, Kiev potrebbe essere in grado di mantenere la maggior parte o tutto l’82% del territorio pre-2014 che attualmente detiene, anche con forniture militari limitate.

“In realtà, dal punto di vista strategico – afferma il Prof. Andrea Molle, docente della Chapman University americana – l’unica speranza per l’Ucraina di riconquistare le posizioni perdute sarebbe  quella di riportare il conflitto ad una guerra di manovra, provando ancora una volta a danneggiare la catena logistica russa e il sistema difensivo russo”.

Una prospettiva che potrebbe concretizzarsi, a giugno, con l’entrata in servizio degli F-16 americani che potrebbero rivelarsi determinanti per la difesa del paese.

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Andrei Morozov

A Mosca, nell’attesa del possibile miraggio trumpiano per non essere travolti dalla guerra in Ucraina, si registra intanto l’ ennesima morte violenta di un oppositore di Putin, il 44enne blogger Andrei Morozov che aveva appena pubblicato i dati delle terribili perdite russe. Le fonti ufficiali si sono affrettate a sostenere che si sarebbe suicidato con un colpo di pistola alla testa.

Un colpo di pistola che riecheggia in una Piazza Rossa gelida come non mai e nella quale  sembra che il destino del popolo russo e la tragedia incombente  condividano la medesima ineluttabilità.Putin guerre & delitti: l’ineluttabità del secondo anniversario ucraino

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Gianfranco D'Anna
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Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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