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Riforma e miraggi di maggiore giustizia in tempi rapidi

In un clima politico rovente, la riforma Cartabia della Giustizia giunge alla soglia dell’approvazione parlamentare nel singolare contesto estivo del culmine degli anniversari delle stragi e dei delitti eccellenti che hanno contrassegnato la storia senza verità e giustizia dell’Italia repubblicana. Una storia di processi infiniti e di responsabilità inconfessabili e soprattutto impunite.Riforma e miraggi di maggiore giustizia in tempi rapidi

La riforma della giustizia rappresenta in realtà soltanto uno step iniziale, il primo passo per l’avvio dell’ammodernamento della macilenta macchina giudiziaria del paese.

Un mondo a parte, un universo inestricabile e praticamente ingovernabile, nell’ambito del quale orbitano, secondo gli ultimi rilevamenti, i circa 187mila provvedimenti legislativi emanati dalla nascita dello Stato unitario a oggi, suddivisi in 13mila leggi; 7.736 regi decreti; 46mila decreti del presidente della Repubblica; 2.242 decreti legislativi. Numeri che non tengono conto delle leggi Regionali, di quelle comunali e dei regolamenti di enti e autorità di cui il nostro paese è saturo.Riforma e miraggi di maggiore giustizia in tempi rapidi

Al netto delle valutazioni politiche, quali le valutazioni dei diretti addetti ai lavori, in particolare dei magistrati che operano lungo le trincee anti ‘ndrangheta e antimafia della Calabria e della Sicilia, ma anche dei penalisti e dei costituzionalisti?

Riforma e miraggi di maggiore giustizia in tempi rapidi
Luigi Patronaggio

Per il Procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio:“La riforma, che pure mira a ridurre i tempi del processo e ad intercettare i fondi europei, non fa i conti con la complessità del sistema giustizia italiano e con la peculiarità della situazione criminale in Italia caratterizzata dalla presenza di diverse organizzazioni mafiose e dalla esistenza di un vasto fenomeno di corruzione sistemico.”

Riforma e miraggi di maggiore giustizia in tempi rapidi
Gaetano Paci

Per il Procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Gaetano Paci:” La riforma parte dal presupposto condivisibile di voler ridurre l’insostenibile durata del processo penale. Basti pensare che nel 2019 l’8,7% dei processi si è prescritto in primo grado e il 25,8% in appello. Che l’udienza preliminare non è in grado di agire da filtro reale perché i rinvii a giudizio sono circa il 70% e generano un aumento del processo di primo grado di circa 400 giorni. La popolazione carceraria è ben al di sopra della capienza disponibile ( 53 mila unità su 51 mila, il 20% dei quali è in attesa di condanna ) e gli organici dei magistrati giudicanti e requirenti e del personale amministrativo sono ben al di sotto della media europea ( in Europa l’indice dei magistrati per 100 mila abitanti è 21,4 mentre in Italia è dell’11,6) Tutto ciò è sufficiente per dimostrare che il processo non assicura il fine per cui la costituzione lo prevede: accertare i fatti e pervenire ad una verità processuale in tempi ragionevoli.”

Riforma e miraggi di maggiore giustizia in tempi rapidi
Francesco Caroleo Grimaldi

Per l’Avvocato penalista Francesco Caroleo Grimaldi: “la riforma anche se non risolve certamente tutti i problemi che affliggono questo delicato e strategico settore, certamente rappresenta una apprezzabile e significativa innovazione che dovrebbe, almeno si spera, imprimere un serio cambio di passo per rendere più concreta ed effettiva la risposta dello Stato alla domanda di giustizia”

Riforma e miraggi di maggiore giustizia in tempi rapidi
Giuseppe Lauricella

Per il professore di Diritto Costituzionale all’Università di Palermo e già parlamentare nazionale Giuseppe Lauricella: ”in ogni caso, nonostante gli aggiustamenti condivisibili sul piano della rilevanza delle fattispecie di reato indicate, la riforma sembra imprimere un’effettiva accelerazione ai processi penali, anche in presenza delle nuove norme che consentono la proroga dei termini del processo e nonostante rimetta nella discrezionalità del giudice di appello o di Cassazione la possibilità di richiedere una proroga motivata, ricorribile in Cassazione. Va tenuta presente la considerazione che la contestazione dell’aggravante mafiosa rispetto a qualsiasi reato determina, fisiologicamente, l’allungamento dei tempi del processo.”

Punti critici?

Lauricella: “L’accordo raggiunto nel Consiglio dei ministri prevede che la riforma andrà a regime nel 2025. Per cui, fino a tutto il 2024 vigerà un regime transitorio che prevede ulteriori proroghe e, dunque, tempi più lunghi per la definizione dei processi, fino a consentire una più lunga durata del processo di appello e di Cassazione. Dal 2025 la riforma dovrebbe andare a regime, mantenendo, però, la differente disciplina derogatoria per le suddette categorie di reati gravi, che – se si capisce da quanto disposto nella proposta di modifica, che va verificata nel percorso di approvazione in Parlamento – manterrebbero, comunque, la improcedibilità in caso del decorso dei termini, sebbene prorogati.

Paci: “lo strumento principale previsto dalla riforma Cartabia, ossia l’improcedibilità in appello e in Cassazione, non solo è contrario all’obbligatorietà dell’azione penale previsto dalla Costituzione, ma finisce per sacrificare i diritti delle persone offese e incentiva prassi dilatorie che arrecano solo danni al sistema giudiziario”

Patronaggio:” Anche se non possono negarsi gli sforzi del Governo sul versante della organizzazione giudiziaria (maggiore informatizzazione ed assunzioni di personale) tuttavia le “tagliole” della improcedibilità possono mettere in crisi i procedimenti più complessi, quelli con molti imputati e molti capi di imputazione, indagini tecniche e consulenze tecniche e ancora con indagini transnazionali.Riforma e miraggi di maggiore giustizia in tempi rapidi

Lati positivi? 

Lauricella: “ Il Consiglio dei ministri ha approvato le modifiche al testo che era stato precedentemente approvato. Il Governo ha preferito il compromesso allo scontro dagli effetti politici incerti. Vengono, così, introdotte alcune modifiche, con proroga dei termini, per specifiche fattispecie di reato ritenute particolarmente gravi relativamente ai reati di mafia, terrorismo e poi anche di violenza sessuale e reati associativi finalizzati allo spaccio di droga. Reati gravi ma che non prevedono la pena dell’ergastolo e, dunque, sarebbero rimasti nel regime “ordinario”, esposti alla improcedibilità già prevista per il decorso dei tempi di durata di appello e giudizio in Cassazione, rispettivamente di due anni e di un anno. Per tali reati è stata consentita una proroga del periodo processuale, sulla base di un’ordinanza motivata del giudice d’appello o della Cassazione, per complessità del processo a causa del tipo di reato o del numero delle parti coinvolte. Quindi, per tali tipi di reato la improcedibilità per il decorso del tempo di giudizio sembrerebbe rimanere ma può intervenire in tempi più lunghi se il giudice (Corte d’Appello o Cassazione) dimostra l’esigenza della proroga. Per i reati aggravati dall’art. 416 bis1, primo comma, la proroga non può superare un termine tassativo.”

Caroleo Grimaldi: “l’ampliamento della sfera dei reati che potranno essere giudicati con riti alternativi, nonché la maggiore estensione alla disciplina della non punibilità per la tenuità del fatto e al ricorso alla messa in prova. La innovazione della pronuncia di non procedibilità, relativa ai reati che non siano giudicati in appello e in cassazione entro un ragionevole arco di tempo, tutela altresì anche  le parti lese che potranno ricorrere in tempi più brevi al risarcimento in sede civile, ed appare pertanto una soluzione condivisibile che, se attuata effettivamente anche con l’inserimento in carriera di nuovi  magistrati e funzionari di cancelleria, potrebbe finalmente risolvere l’annoso problema della irragionevole lentezza dei processi, che allo stato attuale  non è più sostenibile né tollerabile. Inoltre la possibilità per il giudice di disporre misure alternative alla detenzione già con la sentenza di condanna, attuerebbe finalmente il principio costituzionale della pena,intesa come rieducazione e reintegrazione del condannato nel tessuto sociale, risolvendo anche la assurda attuale situazione ,in cui ci si trova a dover scontare la condanna, spesso anche in carcere, dopo numerosi anni dalla commissione del fatto, vanificando la effettiva finalità della sanzione.”Riforma e miraggi di maggiore giustizia in tempi rapidi

Valutazione complessiva?

Patronaggio:” Non condivisibile, per i possibili profili di costituzionalità, le priorità affidate al Parlamento”

Paci “Occorre anche sfatare il mito che l’Europa richieda un termine alla durata dei processi. In realtà ciò che viene richiesto è che il processo finisca con una decisione utile e sostanziale e non con la presa d’atto dello spirare di un termine che non rende giustizia.

Caroleo Grimaldi:

“la valutazione é positiva e l’attuale riforma potrà rappresentare nel tempo una solida base per ulteriori modifiche migliorative .”

Lauricella “Sembra che questa volta la riforma della giustizia penale vada davvero in porto.”Riforma e miraggi di maggiore giustizia in tempi rapidi

 

 

 

 

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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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