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Sangue inflazione e default: i mercati e l’incubo della guerra

Il possibile ampliamento del conflitto fra Hamas e Israele allarma e fa tremare l’economia globale.

“Se ci sarà un’escalation o un’estensione della guerra all’intera regione, dovremo affrontare gravi conseguenze”, ha dichiarato al Financial Times Bruno Le Maire, ministro delle Finanze francese. Sangue inflazione e default: i mercati l’incubo della guerra

Anche Kristalina Georgieva, numero uno del Fondo monetario internazionale, mette in guardia dai rischi che corre l’economia mondiale.

Dagli Usa, Jamie Dimon, amministratore delegato di JPMorgan, ha definito questo “il momento più pericoloso che il mondo abbia visto negli ultimi decenni”.

Sangue inflazione e default: i mercati l’incubo della guerra
Kristalina Georgieva – FMI

Intanto i mercati vacillano e procedono deboli e contrastati. La propensione al rischio degli investitori resta debole poiché una possibile escalation della guerra rischia di provocare un’effetto a catena a cominciare dall’inflazione e dall’impennata dei costi dell’energia.

Le Borse asiatiche hanno aperto la settimana in ribasso, in particolare Tokyo, in attesa dei dati di venerdì sui prezzi al consumo giapponesi. I quali sono attesi in frenata, anche se ora lo scenario inflattivo rischia di subire dei bruschi mutamenti al rialzo, a causa dei rischi di estensione degli scontri  in Medio oriente. Il segretario di Stato americano Antonty Blinken ha reso noto che gli Stati arabi non vogliono un ampliamento del conflitto.

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Antony Blinken

In Asia il listino di Seul ha ceduto oltre l’1% e anche le Borse cinesi sono in rosso, con Hong Kong che arretra e Shanghai che perde mezzo punto percentuale, in attesa delle importanti indicazioni che mercoledì arriveranno dalla Cina, con la pubblicazione del Pil del terzo trimestre, previsto in rallentamento.

A Wall Street i future sono in rialzo e c’é forte attesa per i discorsi dei banchieri centrali della Bce e soprattutto per quelli della Federal Reserve, molti dei quali tratteranno dell’outlook economico.

L’attesa maggiore é per il discorso di Jerome Powell all’Economic Club di New York. Il Presidente della Federal Reserve affronterà il tema della politica monetaria conseguente all’ultimo, deludente, dato sull’inflazione americana.

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Jerome Powell

Ai mercati comunque le parole di Powell serviranno per capire se la Fed manterrà o meno la linea dei tassi fermi per un lungo periodo di tempo. Secondo gli analisti, proprio in conseguenza dei dati sull’inflazione Powell manterrà alta la guardia e  tutti i membri Fed manterranno un’allerta elevata, perché non possono permettersi che il mercato dia per scontati i tagli dei tassi dell’anno prossimo.

Questa é la settimana delle opzioni per cui molti movimenti sui mercati saranno dettati dalle scadenze tecniche, anche se molto dipenderà dalla diagnosi della Fed. Le previsioni convergono sulla tendenza altalenante dei mercati, una tendenza cioé a muoversi su e giù senza spingere al rialzo.

Anche se c’é meno ottimismo in giro, se i banchieri Usa confermeranno che per ora non c’è la necessità di effettuare altre strette e dunque i tassi possono restare fermi, al mercato andrà sicuramente bene. Negli Stati Uniti sono attesi domani i dati sulle vendite al dettaglio, considerati una ‘proxy’ dei consumi, una anticipazione.Sangue inflazione e default: i mercati l’incubo della guerra

Il dato importante sui consumi  arriverà il prossimo mese, con l’impatto della scadenza della sospensione dei rimborsi dei prestiti studenteschi. Anche i future sull’EuroStoxx, l’indice azionario di titoli dell’eurozona, sono positivi, mentre quelli petroliferi su Wti, West Texas Intermediate, e sul Brent proveniente dal mare del nord restano piatti.

Secondo il Fondo monetario internazionale, oltre l’80% delle economie si trova ora ad affrontare prospettive peggiori rispetto a 15 anni fa, per ragioni che vanno dal rallentamento della produttività al rallentamento della crescita della popolazione.Sangue inflazione e default: i mercati l’incubo della guerra

I dati preliminari sull’economia cinese nel terzo trimestre, fanno prevedere un rallentamento dell’economia dal 6,5% al 4,5% annuo.

Mercoledì usciranno anche i dati sull’inflazione nel Regno Unito, che dovrebbe rallentare sia a livello generale, sia a livello core di attività specifica. La previsione é che l’inflazione generale scenda dal 6,7% al 6,5% tendenziale e dal 6,2% al 6% su base core.

Un’economia mondiale insomma con i mercati in surplace, in attesa degli sviluppi della guerra in medio oriente.Sangue inflazione e default: i mercati l’incubo della guerra


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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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