Effetto sindaci
L’anti Lega dei sindaci che sfidano Matteo Salvini sospinge Nicola Zingaretti al Nazareno e rianima Luigi Di Maio.
L’epifania dell’opposizione capeggiata dal Sindaco di Palermo Leoluca Orlando trascina nella rivolta civile e amministrativa contro il decreto sicurezza i Sindaci di Napoli, Firenze, Parma, Reggio Calabria: De Magistris, Nardella, Pizzarotti e Falcomatà.

Un’onda lunga che rischia di determinare l’intervento dei rispettivi Prefetti, ai quali la legge impone di rilevare l’effettiva sussistenza di ipotesi di reato riguardanti abuso d’ufficio e altre violazioni normative.
Secondo il Sindaco di Palermo Leoluca Orlando e gli altri primi cittadini la non iscrizione all’anagrafe degli immigrati con regolare permesso di soggiorno imposto dal decreto sicurezza “rappresenta una palese violazione dei diritti umani e un provvedimento disumano e criminogeno, che – ha spiegato Orlando – eliminando la protezione umanitaria trasforma i legali in illegali”.
Il Vice Premier Matteo Salvini replica: ”Con tutti i problemi che ci sono a Palermo…” e dopo aver ricordato come la città di Orlando contenda a Roma il ruolo di capitale della spazzatura e delle buche ha disposto che il Viminale invi precise direttive a tutte le Prefetture.
Un inedito scontro istituzionale che prima dei possibili epiloghi penali e della conseguente revoca del mandato, i Sindaci in rivolta sperano comunque venga risolto dall’intervento della Consulta che dichiari incostituzionale il decreto sicurezza del Ministro dell’Interno.
L’irruzione in piena crisi post partum della manovra della maggioranza gialloverde della disfida di Leoluca Orlando ha essenzialmente una dirompente valenza politica.
I Sindaci dimostrano che l’opposizione della sinistra va fatta concretamente, contestando legislativamente e legalmente ogni violazione reale o presunta della Costituzione. Un’opposizione unitaria non per schieramenti intenti prevalentemente ad attaccarsi e calunniarsi reciprocamente.
Il nuovo fronte di opposizione è destinato ad impegnare il Governo su una duplice linea parlamentare e costituzionale. Ambiti nei quali la maggioranza attraversa le maggiori difficoltà.
Sul piano numerico al Senato a causa delle espulsioni e dell’emorragia del gruppo dei 5 Stelle si renderà infatti indispensabile l’apporto ufficiale dei 18 senatori di Fratelli d’Italia, quindi l’ingresso in maggioranza e molto probabilmente nel Governo del partito di Giorgia Meloni. Con un conseguente condizionamento a destra e filo Salvini dell’esecutivo.
Sotto il profilo del rispetto dei principi e della prassi Costituzionale i continui richiami del Quirinale e le recenti pronunce della Consulta segnalano che non ci possono essere margini sulla conformità delle leggi alla Costituzione.
Come in maniera felpata, ma determinata, ha evidenziato il messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Come già intuito da Giancarlo Giorgetti la linea Salvini necessità di una correzione di rotta: meno conflitti sul fronte dei diritti umani, più mobilitazione contro le mafie e la criminalità e maggiore attenzione all’economia.
Oppure paradossalmente la rivolta dei Sindaci riporterà voti ai 5Stelle e rianimerà fino alla prossima faida interna il Partito democratico.