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Trump all’assalto dell’FBI

Non soltanto vendetta personale, ma anche stretto controllo diretto della più potente Agenzia Federale di investigazioni degli Stati Uniti: questo l’obiettivo, denunciato dal New York Times, della brusca destituzione  dell’attuale Direttore dell’FBI da parte del Presidente eletto Donald Trump e della nomina al suo posto di un fedelissimo che per tutta la campagna elettorale si era scagliato contro l’Agenzia.Trump all’assalto dell’FBI

Trump all’assalto dell’FBIIl presidente eletto Donald Trump ha reso noto che intende  sostituire l’attuale Direttore del FBI, Christopher A. Wray, con Kash Patel, talmente critico nei confronti dell’agenzia da chiederne la chiusura del quartier generale a Washington, il licenziamento dei suoi dirigenti e la messa “in riga” delle forze dell’ordine del paese.

La nomina di Kash Patel decisa da Trump si ricollega al suo fallito tentativo di mettere un altro fedelissimo seguace, Matt Gaetz, al vertice del Dipartimento di Giustizia come Procuratore Generale.

Ma la ratifica della nomina di Patel potrebbe incontrare ostacoli al Senato, che sarà chiamata a confermarla, e sicuramente determinerà reazioni da parte dell’FBI, che Trump ha dipinto come parte di una cospirazione dello “stato profondo” contro di lui.

Patel é strettamente allineato alla convinzione di Trump secondo cui gran parte delle forze dell’ordine e delle istituzioni preposte alla sicurezza nazionale debbano essere ripulite da ogni pregiudizio e ritenute responsabili di quelle che ritengono indagini e procedimenti giudiziari ingiustificati nei confronti dello stesso Trump e dei suoi sostenitori.

Patel “ha svolto un ruolo fondamentale nello svelare la bufala Russia, Russia, Russia, ergendosi a difensore della verità, della responsabilità e della Costituzione”, ha sottolineato Trump annunciando la sua scelta in un post sui social media, definendolo “un brillante avvocato, investigatore e combattente del movimento ‘America First’ che ha trascorso la sua carriera denunciando la corruzione, difendendo la giustizia e proteggendo il popolo americano”.

Considerato uno dei beniamini dei sostenitori del Presidente eletto, Kash Patel ha lavorato come Procuratore federale e difensore d’ufficio, ma ha poca esperienza nell’applicazione della legge e nella gestione tipica della direzione dell’FBI.

Trump all’assalto dell’FBI
Trump e Patel

Ha ricoperto una serie di incarichi amministrativi alla fine del primo mandato di Trump, tra cui incarichi nel Consiglio per la sicurezza nazionale e al Pentagono. Prima di lasciare l’incarico all’inizio del 2021 Trump ha tentato di nominarlo vicedirettore della CIA o dell’FBI. William P. Barr, all’epoca procuratore generale, ha scritto nelle sue memorie che il signor Patel sarebbe diventato vicedirettore dell’FBI solo se fosse “passato sul mio cadavere”.

L’annuncio sottolinea anche la forte antipatia di Trump per l’attuale Direttore dell’FBI il cui mandato decennale scadrà nel 2027.

Nominato dallo stesso Trump, Christopher Wray nel giro di pochi mesi é entrato in contrasto con l’allora inquilino della Casa Bianca perché, come si lamentava pubblicamente, non stava gestendo l’agenzia come avrebbe voluto.

Infuriatosi nuovamente contro l’FBI dopo che l’agenzia ha eseguito un mandato di perquisizione nell’agosto 2022 presso la sua residenza in Florida, Mar-a-Lago, alla ricerca di documenti classificati, Trump ha iniziato da allora a sollecitare le dimissioni di Wray e ha promesso che  ben prima di insediarsi nuovamente alla Casa Bianca avrebbe designato un nuovo Direttore dell’Agenzia spingendo Wray a dimettersi prima di essere licenziato.

“Questo equivale a licenziare il Direttore dell’FBI”, ha affermato un funzionario delle forze dell’ordine, parlando a condizione di mantenere l’anonimato perché non autorizzato a discutere della questione.

Trump all’assalto dell’FBI
Christopher Wray

“È estremamente pericoloso avere un cambio di Direttore dell’FBI subito dopo un cambio di amministrazione”, ha detto il funzionario, riferendosi alla politica di lunga data di mantenere il ciclo di nomine di un direttore separato dal ciclo delle elezioni presidenziali e dalla politica di parte.

Una dichiarazione rilasciata dall’ufficio in seguito all’annuncio di Trump non ha specificato se Wray si sarebbe fatto da parte.

“Ogni giorno, gli uomini e le donne dell’FBI continuano a lavorare per proteggere gli americani da una crescente gamma di minacce”, si legge nella dichiarazione. “L’attenzione del direttore Wray rimane rivolta agli uomini e alle donne dell’FBI, alle persone con cui lavoriamo e alle persone per cui lavoriamo”.

Mentre gli ambienti politici di Washington e i sostenitori di Trump si aspettavano che annunciasse la sostituzione di Wray, molti non credevano che alla fine avrebbe scelto il signor Patel, la cui conferma da parte del Senato potrebbe essere rigoroso. Secondo alcuni esponenti politici repubblicani Trump a un certo punto aveva preso in considerazione l’idea di nominare all’FBI Andrew Bailey, il procuratore generale del Missouri.

Trump all’assalto dell’FBI
Kash Patel

Natalie Bara, presidente dell’FBI Agents Association, non ha affrontato direttamente la questione della scelta di Patel da parte di Trump, ma ha affermato che l’associazione “é impegnata a preservare l’indipendenza e l’efficacia dell’ufficio nel proteggere il popolo americano e nel sostenere la Costituzione”.

Una leadership forte, ha affermato, “é fondamentale per mantenere l’integrità e la missione dell’FBI”, e l’impegno degli agenti nel far rispettare la legge e proteggere gli americani “non vacilla quando ci sono cambiamenti nell’amministrazione presidenziale o se cambia la leadership dell’ufficio”.

Gli attuali ed ex funzionari delle forze dell’ordine temono che un secondo mandato di Trump possa rappresentare un attacco all’indipendenza e all’autorità dell’FBI e del Dipartimento di Giustizia e, per molti di loro, l’ascesa di Patel al ruolo di direttore confermerebbe i peggiori timori.

Patel ha esposto la sua visione vendicativa nei confronti  dell’FBI e del Dipartimento di Giustizia in un libro, “Government Gangsters”, chiedendo di ripulire i ranghi più alti dell’ufficio, che ha definito “una minaccia per il popolo”. Ha anche scritto un libro per bambini, “The Plot Against the King”, raccontando attraverso la fantasia la storia delle indagini sui possibili legami della campagna del 2016 di Trump con i russi.

Ed ha promesso di indagare e, possibilmente, perseguire i giornalisti una volta tornato al governo, aggiungendo che avrebbe “seguito i fatti e la legge”.Trump all’assalto dell’FBI

“Sì, ce la prenderemo con le persone nei media che hanno mentito sui cittadini americani, che hanno aiutato Joe Biden a truccare le elezioni presidenziali, ce la prenderemo con voi”, ha detto l’anno scorso. “Vedremo se in sede penale o civile”.

Progettando di rimuovere Wray dal vertice della principale agenzia di polizia del paese, Trump avrebbe riecheggiato uno degli atti più decisivi del suo primo mandato: il licenziamento di James B. Comey dalla carica di direttore dell’FBI, mentre le indagini sui collaboratori di Trump cominciavano a intensificarsi.

Tale atto portò alla nomina del procuratore speciale Robert S. Mueller, che trascorse quasi due anni a esaminare i possibili legami della campagna di Trump con la Russia.

Dopo la sconfitta dei repubblicani nel 2020 Patel é rimasto invischiato in una delle azioni penali federali contro Trump dirette da Jack Smith, il Procuratore speciale.

È stato chiamato a testimoniare di fronte alla giuria popolare che ascoltava le prove sul possesso da parte di Trump di documenti altamente classificati dopo aver lasciato la Presidenza.

La sua testimonianza é stata richiesta per aiutare i pubblici ministeri a comprendere quale difesa, se ce n’era una, Trump e i suoi collaboratori avrebbero potuto offrire, per dimostrare che l’ex presidente non avrebbe divulgato documenti segreti.Trump all’assalto dell’FBI

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