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Un Sinodo che vale quanto un Concilio

Un Sinodo di rinascita più che di confronti interni fra tradizionalisti e progressisti. Nelle intenzioni di Papa Francesco le problematiche esistenziali sul ruolo della Chiesa conferiscono all’assemblea sinodale la valenza di un Concilio ecumenico.

“Dite che a causa della convulsa situazione internazionale non vi sono le condizioni per un nuovo Concilio ?  Allora facciamolo lo stesso senza conferirgli la tradizionale risonanza mondiale, chiamandolo semplicemente Sinodo universale”.Un Sinodo che conta quanto un Concilio

C’è tutta l’arguzia gesuitica nella risposta con la quale – secondo gli ambienti vaticani – Papa Francesco avrebbe replicato alla Curia romana, allarmata per le insistenti voci sull’intenzione di Bergoglio di indire un solenne Concilio.

Un’assise globale della Chiesa Cattolica per sradicarla dal Medio Evo e proiettarla nel futuro. Con l’intento  di  verificarne ed incanalarne  la secolarizzazione e conferirle una teologica allure di eternità.

Un’assemblea sinodale, ha specificato Papa Francesco, non per produrre documenti, ma per aprire orizzonti di speranza”. Intento che traspare in controluce dall’ “Instrumentum laboris“ di un Sinodo che appresta a dispiegarsi come un Concilio. Un Sinodo che conta quanto un Concilio

Una sessantina di pagine condensano l’esperienza delle Diocesi di ogni regione del mondo che si trovano a vivere guerre, cambiamenti climatici, sistemi economici che producono “sfruttamento, disuguaglianza e scarto ”. Chiese minoritarie perseguitate con i fedeli martirizzati. Comunità cattoliche che fanno i conti “con una secolarizzazione sempre più spinta e aggressiva”. Diocesi sconvolte dagli interni abusi “sessuali, di potere e di coscienza, economici e istituzionali”, ferite che necessitano di risposte e di una “conversione”. Chiese che desiderano andare incontro a chi non si sente accettato “a ragione della loro affettività e sessualità” e che abbracciano le sfide, senza paura e senza provare a “risolverle a tutti i costi”, impegnandosi nel discernimento.

Questi i temi del documento che sarà la base dei lavori dei partecipanti al Sinodo al quale, con un recente provvedimento  Papa Francesco ha disposto che possano votare anche laici e laiche. Complessivamente 353 i partecipanti con diritto di voto, tra i quali 54 donne. “Solo in questo modo le tensioni possono diventare fonti di energia e non scadere in polarizzazioni distruttive” sostengono a Santa Marta.

Il Sinodo conciliare coincide con un momento cruciale per il Pontificato di Papa Francesco giunto all’epilogo del confronto con l’evoluzione del ruolo della Chiesa nel XXI secolo. E non solo.

In tutti i recenti interventi e in particolare nel corso dell’emblematico Concistoro che ha caratterizzato la vigilia del Sinodo, si percepisce  che Jorge Mario Bergoglio sta predisponendo una successione ordinata e continuatrice del suo decennio apostolico. E che intenda lasciare al nuovo Papa, al 267º Pontefice, una Chiesa unitaria senza divisioni verticali, in cammino verso il nuovo orizzonte dell’umanità prospettato dalla scienza e dalla tecnologia.

Un successore di Papa Francesco che si potrà già intravedere fra i protagonisti del Sinodo. Non uno dei primi 99 Cardinali finora complessivamente creati, ma dei più recenti.

Come il Presidente della Conferenza Episcopale italiana, l’arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi, inviato di pace del Papa sul fronte della guerra in Ucraina, che negli ultimi mesi ha fatto la spola fra la Casa Bianca, Pechino, Mosca e Kiev. Molto più rapido e operativo dell’Onu. Un’esperienza unica, appunto  “da Papa” internazionalmente già accreditato e unanimemente stimato.

Oppure come il Patriarca di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa, che ha ricevuto la berretta rossa nel Concistoro di sabato,  carismatica figura emergente di Pastore all’epicentro delle tensioni politiche e religiose.

Fra i temi latenti del Sinodo, quello del numero dei componenti del sacro Collegio dei Cardinali chiamati ad eleggere il Papa sarà uno degli snodi affrontati in maniera discreta, sottotraccia, ma che farà da filo conduttore al non più procrastinabile adeguamento della verticale struttura ecclesiale all’espansione delle diocesi nel mondo.

Papa Francesco ha già iniziato ad aumentare il numero dei Cardinali elettori dai 120 previsti da Paolo VI e Wojtyła agli attuali 137. Ma non é ancora sufficiente. Occorrerebbe una lievitazione ad almeno 200 elettori del Sacro Collegio, per incentivare l’evangelizzazione e le possibilità di carriera ecclesiastica in Africa, America Latina, Asia ed Australia e consentire l’adeguamento della distribuzione delle sedi Cardinalizie in Europa ed in Italia.

Ed i penultimi Porporati creati da Papa Francesco potrebbero rappresentare l’incipit di una ristrutturazione che sa di rivoluzione. La mancanza fra loro di Arcivescovi metropoliti italiani, fa ipotizzare  infatti che il Concistoro del 2024 oltre a nominare  altri 13 Cardinali al posto degli uscenti neo 80enni  ( D’Rozario, Gracias, Lacunza, Ladaria, Njue, O’Malley, Mangkhanekhoun, Onaiyekan, Oullet, Pengo, Piacenza, Porras e Ricard), possa prevedere la concessione della porpora agli Arcivescovi di Milano, Venezia, Palermo e Torino, titolari di storiche e prestigiose Arcidiocesi ma rimasti fino adesso senza berretta cardinalizia.

Papa Paolo VI

Assieme all’allargamento ed alla maggiore vicinanza con i fedeli delle gerarchie della Chiesa, l’altro tema fondamentale é quello della scienza e dell’impatto con la tecnologia.

Nell’aula del Sinodo riecheggeranno le profetiche parole del messaggio conclusivo del Concilio Ecumenico Vaticano II° che Paolo VI rivolse agli “uomini di pensiero e di scienza” : “Un saluto tutto speciale a voi, ricercatori della verità, a voi, uomini di pensiero e di scienza, esploratori dell’uomo, dell’universo e della storia, a voi tutti, pellegrini in marcia verso la luce…tutti noi, Vescovi, Padri del Concilio, siamo in ascolto della verità e dunque non potevamo non incontrarci con voi. Il vostro cammino é il nostro. I vostri sentieri non sono mai estranei ai nostri.”

Sulla base delle risposte al plurisecolare confronto fra religione e scienza, oggetto di studio di filosofi e teologi, Bergoglio intende riposizionare la Chiesa sulle nuove frontiere della carità, della pace e dello sviluppo eco-sostenibile.

Le frontiere del sud del mondo, delle guerre e dell’emarginazione delle periferie metropolitane dell’occidente, lungo le quali Papa Francesco intende passare il testimone del ministero petrino al suo successore.

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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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