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Usa Iran: spiragli di pace mentre tutti parlano di guerra

 

Usa e Iran nell’occhio del ciclone. Il cielo sopra Theran è ancora cupo e rigonfio di slogan di vendetta, ma anche di dolore per la tragedia delle decine e decine di vittime provocate dalla calca ai funerali del Generale Soleimani.Usa Iran spiragli di pace mentre tutti parlano di guerra

Al furore della manifestazione funebre sarebbe subentrata l’autocelebrazione per la raffica di  22 missili lanciati contro due basi militari Usa in Iraq.

In realtà, ed è questa la novità che lascia intravedere spiragli di de escalation, a Washington e in molte capitali europee c’é la crescente convinzione che l’Iran abbia volutamente evitato di colpire aeree basi militari in Iraq dove erano presenti truppe americane.

E’ quanto riporta la Cnn, citando fonti che suggeriscono come Teheran abbia voluto in questo modo mandare un messaggio, ma non intraprendere un’azione che avrebbe portato ad una decisiva risposta americana.

A sostegno di questa lettura dei raid della scorsa notte, che hanno colpito le basi di Erbil e di Al-Assad senza fare vittime tra militari americani, iracheni e degli altri Paesi della coalizione, viene citato il fatto che i missili hanno colpito anche una zona vicina al consolato Usa della città del Kurdistan iracheno, ma non la sede diplomatica americana.

“Avremmo potuto farlo e non l’abbiamo fatto”, sembra essere quindi il messaggio inviato dagli iraniani, secondo l’analisi di un funzionario del Dipartimento di Stato. Al Pentagono, spiegano altre fonti, si sta cercando di determinare se sia trattata di una deliberata decisione da parte degli iraniani di calibrare la propria risposta senza provocare danni significativi. Ma allo stesso momento c’é chi si interroga sulle reali capacità dell’Iran di colpire i propri obiettivi.Usa Iran spiragli di pace mentre tutti parlano di guerra

La Casa Bianca in un primo momento aveva preparato un discorso di Trump nella notte, ma poi l’intervento è stato rimandato mentre, rivela ancora la Cnn, si registrava un sentimento generale teso a “prendere una pausa” anche da parte del “pragmatico” Segretario di Stato Mike Pompeo.

L’idea, concludono le fonti dell’emittente Usa notoriamente su posizioni anti-Trump, è che gli Stati Uniti abbiano dato all’Iran “l’opportunità di fare quello che dovevano fare senza far salire la tensione uccidendo americani”.

Questa, dicono ancora le fonti, sarebbe “una mossa intelligente” da parte degli iraniani che avrebbero dimostrato di avere “più da perdere” che guadagnare uccidendo americani.

Inoltre secondo una fonte diplomatica araba citata con evidenza dalla Cnn,  gli Stati Uniti sarebbero stati informati in anticipo dell’attacco iraniano alle loro basi dagli iracheni, i quali erano stati allertati da Teheran. Baghdad, secondo la fonte, avrebbe comunicato a Washington “quali basi sarebbero state colpite” dopo averne ricevuto comunicazione dagli iraniani.Usa Iran spiragli di pace mentre tutti parlano di guerra

Distensivo appare da Theran anche il comunicato ufficiale del governo: “l’Iran darà una dura risposta a qualsiasi altra azione americana”, ha detto il portavoce del governo iraniano, Mahmoud Vaezi, al termine di un incontro dell’esecutivo. ”Avevamo avvertito che l’assassinio del generale Soleimani non sarebbe rimasto senza risposta”, ha detto il portavoce governativo ai giornalisti.

E’ tuttavia ancora presto per anticipare le possibili svolte complessive. I tre scenari comprendono come corollario anche l’eventuale accentuazione del conflitto in Libia:

  • Tensione crescente al limite della rottura in Medio Oriente fra Arabia Saudita ed Israele da una parte ed Iran, Hezbollah libanesi ed Ḥamās palestinesi dall’altro
  • Accentuato protagonismo militare di Russia, Cina e Turchia
  • Coinvolgimento europeo, con in prima fila Germania e Francia.Usa Iran spiragli di pace mentre tutti parlano di guerra
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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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