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Rubrica di critica recensioni anticipazioni
by Augusto Cavadi
E’ giusto che le vittime di mafia illustri – con espressione poco gradevole: le vittime eccellenti – siano ricordati con ammirazione e gratitudine da chi crede nei principi della democrazia costituzionale.
Ma a patto che si non corra il rischio di dimenticare quegli altri caduti, molto meno noti, che si sono opposti al dominio mafioso a mani nude, senza quel minimo di protezione di cui fruiscono le figure istituzionali in prima linea.
![Vincenzo Spinelli l'eroe civile che non si piegò alla mafia](https://www.zerozeronews.it/wp-content/uploads/2022/08/69247653-488225468664858-6648411015438401536-n-600x437.jpg)
Tra questi “eroi borghesi”, sconosciuti alle cronache in vita e purtroppo quasi sempre in morte, Vincenzo Ceruso – attento saggista palermitano – ha ripescato la vicenda di un imprenditore assassinato il 30 agosto del 1982 (pochi giorni prima del General Prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa e della moglie Emanuela Setti Carraro) per evitare che il suo ‘cattivo’ esempio di resistente alle richieste di pizzo diventasse pericolosamente contagioso.![Vincenzo Spinelli l'eroe civile che non si piegò alla mafia](https://www.zerozeronews.it/wp-content/uploads/2022/08/9788897050940-0-536-0-75-1-433x600.jpg)
Esce così Come mafia non comanda. Inchiesta sulla morte di Vincenzo Spinelli, un martire civile (Di Girolamo, Trapani 2022, pp. 107, euro 14,00), libro appassionato e appassionante in cui si ricostruiscono le tappe di una storia straordinariamente ordinaria: un commerciante subisce una rapina, riconosce e denunzia uno dei ladri, non si piega alle intimidazioni e lo fa condannare in tribunale.
Tre anni dopo viene assassinato. Le autorità giudiziarie tendono ad escludere un nesso fra il processo e l’assassinio, ma la moglie e le due figlie non si arrendono.
Dopo molti tentativi riescono a convincere il Procuratore aggiunto di Palermo Guido Lo Forte a riaprire le indagini e ad affidarle a Michele Prestipino e a Ignazio De Francisci, allora giovani e valenti sostituti Procuratori con una già collaudata esperienza antimafia.
La collaborazione di due ‘pentiti’ (Francesco Onorato e Franco Di Carlo) risulta decisiva: se non sul piano strettamente giudiziario (a essere condannato, alla fine, è il solo Onorato, in quanto esecutore materiale del delitto), almeno dal punto di vista della verità storica.
I mafiosi e i loro amici avevano tentato, infatti, di diffamare la vittima spacciandola per un soggetto equivoco, compromesso. Ma le carte processuali documentano, senza ombra di dubbio, il contrario: Vincenzo Spinelli è morto perché ha voluto difendere a ogni costo la propria dignità di imprenditore, di cittadino e di persona umana.
![Vincenzo Spinelli l'eroe civile che non si piegò alla mafia](https://www.zerozeronews.it/wp-content/uploads/2022/08/23072019105037-600x331.jpg)
Come dichiarano nella Postfazione Tiziana e Valeria Spinelli, “non è stato facile sopravvivere a tanto dolore, ma abbiamo imparato che non bisogna smettere di lottare per i propri ideali e non si deve permettere a nessuno di sopraffarti, anche quando ti ritrovi negli abissi più profondi della tua esistenza. Questo è ciò che ci ha permesso di rinascere: Questo è ciò che ci ha insegnato nostro padre, il nostro eroe e martire. Questo è ciò che noi lasceremo ai nostri figli”.
Già: i mafiosi e loro complici hanno reso la Sicilia tristemente famigerata in quanto capitale della mafia.
Ma non hanno potuto evitare che, grazie ai siciliani migliori, essa divenisse – contestualmente e inseparabilmente – la capitale mondiale dell’antimafia.![Vincenzo Spinelli l'eroe civile che non si piegò alla mafia](https://www.zerozeronews.it/wp-content/uploads/2018/11/retroscena-strategie-ed-equilibri-della-conferenza-di-palermo-sulla-libia-1-600x330.jpg)