Candidati più ambiti e l’algoritmo del consenso
Candidature come fuochi d’artificio. Molti bagliori ma pochi consensi ufficiali. Fra i più gettonati per l’offerta di un collegio elettorale o di un successivo ruolo di governo, magistrati, giornalisti ed ex vertici istituzionali. Dall’ex Procuratore antimafia Franco Roberti a Gianni De Gennaro, a lungo Capo della Polizia, coordinatore dell’intelligence e sottosegretario, da Bruno Vespa alla Presidente della Rai Monica Maggioni, tanto per inquadrare il top dei corteggiamenti in atto.

La candidatura di Roberti è un’idea del collega, e predecessore alla Dna, Piero Grasso che da leader di Liberi e Uguali sta predisponendo una squadra di governo in previsione della molto probabile alleanza post elettorale con i Cinque Stelle. Il laticlavio a Vespa l’avrebbe proposto Silvio Berlusconi, ma il conduttore di Porta a Porta è indeciso se passare dalla cosiddetta terza camera virtuale del Parlamento al Senato. Il Cavaliere, che anche nelle precedenti legislature aveva molto riservatamente chiesto a Vespa se volesse scendere in campo, questa volta avrebbe prospettato all’anchorman un ruolo di governo, probabilmente alle telecomunicazioni.

Sul fronte del Pd la candidatura sarebbe stata offerta da Renzi all’astronauta Samantha Cristoforetti, ma anche in questo caso la risposta soffia ancora nel vento, come direbbe Bob Dylan.
Lega e Fratelli d’Italia si contenderebbero invece Antonio Socci, il giornalista cattolico tradizionalista che da anni tenta di scomunicare Papa Francesco, accusandolo di sinistrismo e di stravolgimenti dottrinari.

Altra candidatura in bilico, fra Pd e Liberi e Uguali, sarebbe quella di Maria Falcone, sorella del giudice assassinato dalla mafia. Dopo il successo del collaudo verde alle regionali, la Lega proporrà in Sicilia la candidatura forte di Alessandro Pagano, già assessore regionale e parlamentare nazionale uscente di scuola Dc, il cui abbandono degli scissionisti filo governativi di Forza Italia ha in pratica avviato il dissolvimento del partito di Alfano.

Per il Movimento Cinque Stelle prosegue la spinta inerziale della fornula Casaleggio: tutti i dati degli aspiranti candidati vengono centrifugati dagli algoritmi che calibrano il know how dei selezionati in base alle esigenze socio economiche dei singoli collegi. Un sistema elaborato da Gian Roberto Casaleggio fin dagli anni novanta per società italo britanniche specializzate nella gestione di sistemi digitali.

Per le elezioni del 4 marzo l’algoritmo grillino sta già vagliando anche i dati statistici sulle percentuali di afflusso al voto: più alto sarà il numero dei votanti, nel 2013 toccò il 75,2%, maggiori saranno per i 5Stelle le difficoltà per sfondare e formare una maggioranza di Governo. Una massiccia partecipazione di elettori farebbe prevalere infatti il voto degli over 50 che ritengono essenziale l’esperienza e preferiscono affidarsi ai candidati delle tradizionali forze politiche.
Gli scenari sono in continua evoluzione. La formazione delle liste è in ebollizione e la campagna elettorale è appena agli inizi e fino all’apertura dei seggi potrà riservare colpi di scena.