Sarebbe riduttivo sintetizzare la svolta del centro destra con l’equazione Giorgia Meloni 2 Matteo Salvini zero. Mercoledì 8 giugno segna piuttosto un cambio di linea destinato ad incidere e a determinare ulteriori sviluppi nel ricompattamento non soltanto elettorale, ma politico di un centrodestra che si connota come una coalizione moderata, allineata con l’Europa e non più sovranista e populista.

Dietro la doppia affermazione di Fratelli d’Italia, con l’elezione di Adolfo Urso alla Presidenza del Copasir, il Comitato parlamentare per l’intelligence , e l’accordo con la Lega e Forza Italia per la candidatura di Enrico Michetti per il Campidoglio, si intravede la precisa scelta di Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi di procedere parallelamente, ma nella stessa direzione in vista delle due scadenze politiche: la scelta condivisa della conferma del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella o dell’elezione di un nuovo Capo dello Stato, e successivamente soprattutto l’affermazione del centrodestra alle elezioni politiche .
La valenza tattica del semaforo verde di Salvini alla candidatura del docente di diritto pubblico e editorialista Enrico Michetti, designato da Giorgia Meloni per la successione alla sindaca uscente Virginia Raggi, evidenzia l’accentuarsi del confronto interno alla Lega fra l’ala governista guidata dal Ministro Giancarlo Giorgetti e del nord industriale e i nostalgici del federalismo fiscale e regionale. Con la conseguente presa di coscienza che la pandemia e il Governo Draghi hanno modificato il corso degli eventi economico sociali del Paese e che una continua azione di rottura sarebbe stata controproducente e penalizzante. Come certificato dall’erosione dei consensi leghisti riscontrati dai sondaggi.

Più che la candidatura di Michetti per il Campidoglio e la designazione del Magistrato Simonetta Matone, indicata da Forza Italia, quale vice sindaco in pectore, è l’elezione di Adolfo Urso alla Presidenza del Copasir a dare il senso di quello che gli ambienti parlamentari considerano un ridimensionamento della leadership di Matteo Salvini.

Dopo quattro mesi di ostinato rifiuto di riconoscere il vincolo costituzionale dell’attribuzione all’unico partito d’opposizione della Presidenza del Copasir, la Lega non è infatti riuscita neppure a tributare al neo Presidente Urso il gentlemen agreement della partecipazione al voto ed ha disertato la seduta, conclusasi con l’elezione praticamente all’unanimità dell’esponente di Fratelli d’Italia.
Nonostante quelle che nelle regate vengono definite le orzate, la modifica cioé della rotta verso il vento, non hanno conseguito i risultati sperati i nuovi equilibri tentati da Salvini con l’inglobamento di Forza Italia. Un inglobamento che sapeva di acquisto di una nuda proprietà immobiliare. Con un impatto controproducente che ha creato al leader della Lega più problemi che benefici.
Sullo sfondo della condivisione delle candidature alle amministrative d’autunno si prospetta dunque la conferma dell’accordo esplicito che in caso di vittoria alle politiche del Centrodestra, a Palazzo Chigi vada il leader del partito più votato.
La competizione per la premiership è appena all’inizio. Se Salvini punta a mantenere l’attuale vantaggio della Lega, Giorgia Meloni conta di effettuare il sorpasso nei confronti dei leghisti sull’onda dei risultati alle amministrative, in particolare a Roma dove le divisioni e i veleni fra 5 stelle e centrosinistra lasciano pronosticare per Michetti quanto meno il ballottaggio. Un ballottaggio per un Campidoglio con vista Palazzo Chigi

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Fondatore e Direttore di zerozeronews.it
Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Rai Palermo e Tg1