A Caracas attesa la svolta del coltan
Petrolio, uranio, litio e ora anche coltan. New entry fra le materie prime strategiche, il coltan è una sintesi di columbite, manganesio e tantalite, e contiene un’alta percentuale di tantalio, un superconduttore che sopporta elevate temperature, resiste alla corrosione e possiede una grande capacità di accumulare cariche elettriche.
Proprietà che conferiscono una enorme rilevanza strategica al coltan perché fondamentale per la fabbricazione di microchip, smartphone, computer, sistemi di posizionamento globale, satelliti, missili telediretti, apparati di microelettronica e nella chirurgia estetica viene utilizzato per gli impianti mammari.
Tanto che per il suo massiccio utilizzo in diversi settori militari, industriali e sanitari, gli esperti prevedono un’impennata nella richiesta globale del coltan che entro il 2025 potrebbe triplicare.
Il che spiega anche retroscena poco conosciuti dell’accelerazione della crisi venezuelana e l’urgenza di cacciare un dittatore spietato come Nicolas Maduro, manovrato da Cina e Russia e che ha precipitato il paese in una spaventosa crisi economica. Oltre a enormi riserve di petrolio e oro, nel sottosuolo del Venezuela recentemente sono stati scoperti giacimenti ricchissimi di coltan. Giacimenti più ricchi e facilmente sfruttabili di quelli fino adesso in attività in Congo, Ruanda e Burundi.
Tanto ricchi da assicurare almeno 5 milioni di dollari di ricavi al giorno, secondo stime minimali che tengono conto dell’attuale inefficienza produttiva e del tasso di corruzione del Venezuela.
E come e più dell’oro e del petrolio, il coltan è servo oppure padrone.
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it
Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Rai Palermo e Tg1