Tutti in lizza per le nomine che, come gli esami, non finiscono mai. Dopo tanti rinvii scatta il puzzle dei rinnovi dei vertici di partecipate e autority. In prima fila le conferme ed i rinnovi per le grandi aziende statali: Eni, Enel, Leonardo, Poste, Terna.
La lista dei candidati deve essere pubblicata almeno 25 giorni prima delle assemblee e quindi si prevede che il Ministero del Tesoro le ufficializzi all’inizio di aprile.
Si inizierà con Montepaschi che dal 2017 è un’azienda pubblica, col 68% del capitale statale. La banca ha convocato l’assemblea per il 6 aprile e le candidature per il consiglio d’amministrazione e il collegio sindacale saranno presentate entro il 12 marzo.
L’amministratore delegato Marco Morelli, protagonista del piano di ristrutturazione concordato con la Ue, potrebbe fare un passo indietro. Fra i nomi dei probabili successori figura quello di Alessandro Decio, ex Unicredit e attuale ad di Sace.
Riflettori puntati soprattutto sull’Eni e sull’amministratore delegato Claudio Descalzi: in azienda dal 1981. I boatos che riguardano l’alternanza indicano le candidature di Stefano Cao, attuale numero uno di Saipem già in corsa negli anni scorsi per la nomina ad amministratore delegato di Eni, o Marco Alverà attualmente alla Snam. Più probabile la sostituzione di Emma Marcegaglia da sei anni alla presidenza.
Per l’ Enel, ci sarebbe già l’ok per la conferma l’amministratore delegato Francesco Starace risulta inamovibile. Meno sicura invece la posizione dell’attuale Presidente, Patrizia Grieco.
A Poste Italiane dovrebbe essere confermato l’amministratore delegato Matteo Del Fante.
Per Leonardo (ex Finmeccanica) é in arrivo la duplice conferma del tandem di successo al vertice: l’Amministratore delegato Alessandro Profumo e il Presidente Gianni De Gennaro.
Verso la riconferma pure l’amministratore delegato di Terna, Luigi Ferraris.
Per l’Anas, si cerca ancora un accordo per la successione all’amministratore delegato Massimo Simonini. In ballottaggio ci sarebbero l’attuale ad di Consip Cristiano Cannarsa e l’ interno Ugo Dibennardo.
Da diradare anche la nebbia che avvolge le candidature per l’Inps e la Cassa depositi e Prestiti.
Situazione incerta pure per il rinnovo dei vertici delle Autority: Autorità Garante delle Comunicazioni, Pricacy , Anticorruzione. Le prime due scadute dall’estate del 2019 e più volte prorogate.
Per l’Agcom la designazione spetta al premier (da sottoporre al voto poi in Parlamento). In corsa, il magistrato Roberto Garofali, già capo di gabinetto del Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, Claudio De Vincenti, docente alla Sapienza e già Ministro per la Coesione e il Mezzogiorno, ed Enzo Roppo, giurista, docente all’Università di Genova.
Alla Presidenza della Privacy, attribuita alle opposizioni, è in pole position l’ ex Ministro della Difesa prima finiano poi berlusconiano Ignazio La Russa, attualmente senatore di Fratelli d’Italia. Per l’Agcom si fanno i nomi di Giuseppe Busia, Fulvio Sarzana e Marco Scialdone, ma i 5 Stelle insistono sul loro deputato Emilio Carelli, già a Mediaset ed ex direttore di Sky Tg24.
Oltre al nome del sostituto Procuratore Roberto Tartaglia attuale consulente della Commissione antimafia, e vista la disponibilità di numerosi alti magistrati e rappresentanti delle istituzioni andati in pensione, per l’Autorità Anticorruzione la nomina del nuovo presidente appare sulla carta più facile. La procedura di nomina, però, è complessa. La designazione spetta al Presidente del Consiglio, d’intesa con i ministri della Giustizia, dell’Interno e della Pubblica amministrazione ed il via libera con maggioranza qualificata dei due terzi dei voti delle commissioni Affari costituzionali di Camera e Senato.
Da settembre, dalle dimissioni di Raffele Cantone, rientrato in Cassazione, l’Anac è guidata dal consigliere anziano dal consigliere anziano Francesco Merloni, che però non ha le stesse deleghe di un presidente effettivo.