Crisi in trincea e leader a quota periscopio. Oltre la ritualità delle consultazioni al Quirinale, Premier dimissionario e partiti valutano le mosse altrui, lanciano segnali in codice e si preparano a proporre distinguo e alleanze di governo.
Un occhio alle news e l’altro alle manovre parlamentari, Palazzo Chigi, Nazareno e Movimento 5 Stelle hanno tutti i radar puntati su Italia Viva. Dopo un fine ed inizio settimana di silenzio Renzi, che in pochi giorni nelle metafore degli ambienti politici è passato dal ruolo di Catilina a quello del figliol prodigo, ha puntato il dito contro le opacità del cosiddetto supermarket dei senatori.
Monitorate anche le fibrillazioni percepite nell’ambito di Forza Italia e nel gruppo misto del Senato, dove con l’apporto decisivo di una senatrice Dem è stato costituito un nuovo gruppo parlamentare Europeisti-Maie-Centro Democratico oscillante fra 10 e 11 senatori, tutti con trascorsi anti grillini e che hanno già votato per il Governo Conte e che dunque rientrano nei 156 dell’ultima fiducia. Vengono definiti l’avanguardia dei nuovi arrivi per allargare la maggioranza uscente a Palazzo Madama oltre la soglia dell’autosufficienza.
E’ la maggioranza la pasword dell’eventuale Conte ter. Al Nazareno lo evidenzia il segretario Nicola Zingaretti che assieme a tutta la Direzione del partito afferma che : “Il Partito democratico chiederà al presidente della Repubblica Sergio Mattarella di conferire un nuovo incarico a Giuseppe Conte” . L’obiettivo ha spiegato il segretario dem, è quello di “dare vita a un governo con un’ampia maggioranza raccogliendo l’appello del Capo dello Stato nella direzione della responsabilità nazionale”.
Ma sulla rotta del Conte ter si scorgono diversi scogli sommersi: la mancanza di numeri al Senato, l’incognita della posizione di Renzi e il tentativo invece dichiarato di Berlusconi di offrire l’appoggio ad un governo con un Premier diverso.
Palazzo Madama in equilibrio instabile, più l’ex Cavaliere e Italia Viva potrebbero rappresentare cioè l’alibi per giustificare la scelta di un altro Premier, condiviso da tutti e con una ampia fiducia.
Un altro scoglio, non solo per Conte ma per l’esito stesso della crisi, è rappresentato dal Movimento 5 Stelle al cui interno si confrontano spinte e controspinte per Conte, Renzi, Berlusconi, i cosiddetti responsabili e il Pd.
Dall’intesa col Nazareno, in caso di stallo su Conte, nonostante i giuramenti di fedeltà al Premier dimissionario, potrebbe scaturire la proposta di una premiership per i 5 Stelle, con un ventaglio di candidati che vanno da Di Maio a Fico a Patuanelli, oppure di un Premier Pd. Ipotesi questa giudicata improbabile per l’effetto dirompente che potrebbe avere sul Movimento.
Un’altra delle ipotesi che viene esaminata è quella del cosiddetto ‘modello Ciampi’, ossia di un governo presieduto da un tecnico, per esempio il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco o l’economista Carlo Cottarelli, oppure l’ex Presidente della Corte Costituzionale, Marta Cartabia, ma con l’apporto di politici di un’ ampia maggioranza.
Nomi e formule che, aleggiano sulle consultazioni dei protagonisti della crisi e si rincorrono nell’incertezza dei numeri di una stabile maggioranza parlamentare.
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Fondatore e Direttore di zerozeronews.it
Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Rai Palermo e Tg1