Dal successore di Pietro al Papa nero: i Gesuiti al vertice della Chiesa
Per la Compagnia di Gesù la parola chiave è: prima volta. Per la prima volta la Chiesa ha eletto un Papa proveniente dall’Ordine fondato nel 1540 da Sant’Ignazio di Loyola.
Per la prima volta i Gesuiti eleggeranno venerdi un Preposito Generale, il cosidetto Papa nero, e sottoporranno l’accettazione del prescelto al confratello Papa Francesco. Al quale il nuovo numero uno dei Gesuiti dovrà assoluta obbedienza: “perinde ac cadaver”, prescriveva personalmente Sant’Ignazio, cioè con l’insensibiltà di un cadavere.
Per la prima volta il più grande e potente ordine religioso della Chiesa è chiamato a scegliere fra continuità e universalità, fra tradizionalisti e “global south”, la spinta sociale e culturale che viene dai Paesi del sud del Mondo: Africa, America Latina, Asia.Comunque si risolvano queste scelte, saranno in ogni caso per i Gesuiti inedite ed epocali. E segneranno l’apice della capacità dell’Ordine di rappresentare l’avanguardia culturale , polilitica e geografica della Chiesa Universale. Un’avanguardia molte volte ammirata, ma spesso storicamente anche temuta e osteggiata.
E’ la 36esima volta dalla fondazione che si riunisce il capitolo generale dell’Ordine, un vero e proprio conclave parallelo. I 212 gesuiti elettori riuniti nella Curia generalizia, a pochi passi dal Vaticano, eletti a loro volta dalle singole “province” (tre sono stati nominati dal Padre Generale uscente), vengono da 66 paesi diversi.
E tra di essi, rispetto all’ultima congregazione generale del 2008, il “global south” è aumentato del cinque per cento, passando dal 54% al 59% degli elettori. Lingue ufficiali di lavoro saranno non l’italiano o il latino, ma inglese, spagnolo e francese.
La percentuale di elettori africani è passata da otto a dieci, quella di elettori di Asia e Oceania da 28 a 33, mentre è rimasta stabile al 15% la presenza dell’America del nord ed è calata quella degli altri continenti: Europa dal 31% al 26%, America Latina dal 18% al 16%. I gesuiti, ha ricordato padre Federico Lombardi, ex direttore della sala stampa della Santa Sede, sono oggi 16.740, suddivisi all’incirca così: 1600 in Africa, 5000 in Europa, 5000 in America del nord e del sud e 5600 in Asia e Oceania, dei quali oltre 4000 solo in India, paese che avrà prevedibilmente un ruolo centrale nel corso della congregazione generale.
Di certo, lo spostamento verso Asia e Africa dei gesuiti elettori riflette piuttosto fedelmente le tendenze statistiche in seno alla Compagnia di Gesù e, più in generale, nella Chiesa cattolica mondiale, ed allontana la probabilità che venga eletto un italiano. I padri italiani che partecipano alla congregazione generale sono cinque.
Oltre a padre Lombardi, il provinciale italiano Gianfranco Matarazzo, il suo predecessore Carlo Casalone, Jean-Paul Hernández e il Direttore di Civiltà Cattolica Antonio Spadaro, molto vicino al Papa.