Il ballo del ballottaggio è iniziato la notte stessa del primo turno. Nessun vincitore, tutti vincitori. Ma gli elettori hanno fatto cadere la maschera agli sconfitti e ai trombati. Senza più alibi i primi, inesorabilmente senza voti i secondi, mentre al Nazareno, alla corte di Berlusconi e in via Bellerio sono in gestazione notti di lunghi coltelli.
Sconfitti
E’ senza dubbio Matteo Renzi ad aprire la lunga la lista dei leader penalizzati e sconfitti dal voto di domenica 5 giugno. Il Premier non è riuscito a separare Governo ed amministrative ed in più ha messo la faccia su candidati ridimensionati rispetto ai risultati delle europee e delle precedenti amministrative, come Sala e Giachetti, o addirittura clamorosamente esclusi dal ballottaggio come Valeria Valente a Napoli.
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Effetto pugile suonato per Silvio Berlusconi che a Roma getta al vento (o forse paga furbescamente pegno per un’alleanza sotterranea) la possibilità di conquistare agevolmente il ballottaggio per il centrodestra . Possibilità più che concreta ed evidente, sommando le percentuali di Giorgia Meloni (20 %) e di Marchini (9,%). La scomparsa di Forza Italia a Roma, a Torino e in diverse città offusca il ruolo avuto dall’ex Cavaliere nell’ affermazione personale di Parisi a Milano. Affermazione determinata da una vasta coalizione comprendente Lega, centristi e Fratelli d‘Italia.
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Come in un quadro di Caravaggio il trittico degli sconfitti è completato da Matteo Salvini che ha di fatto determinato la marginalizzazione della Lega: dal 20 all’11% a Milano,dal 15 al 10% a Bologna, al 5,8% a Torino, al 2,7% a Roma e così via, con le uniche eccezioni, ma sempre in calo, delle roccaforti di Varese,Trieste, Novara, Pordenone. Insomma una débàcle, altro che effetto Trump !
Trombati
Un clamoroso buco nell’ acqua quello di Alfio Marchini. Personalmente sponsorizzato da Berlusconi, Tajani, da parte di Forza Italia e da una vasta coalizione di imprenditori e “grand commis” capitolini e nonostante il gran dispendio di mezzi , i proclami e i défilé da Sindaco in pectore, il bell’Arfio non è riuscito a superare il 10 %, surclassato da Giorgia Meloni. Una super trombatura impossibile da far dimenticare.
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Sulla ingloriosa esclusione di Valeria Valente dal ballottaggio partenopeo incomberà a lungo il rimpianto per la grossa “fregatura” rifilata dalle primarie del Pd ad Antonio Bassolino e ai molti napoletani che si sarebbero riversati alle urne per votare il loro amato e storico sindaco.
Vincitori
Chiara Appendino, 5Stelle, conquista a Torino un ballottaggio niente affatto scontato, contro uno dei sindaci uscenti, Piero Fassino, più apprezzati ed efficienti del Pd. Da decenni nel capoluogo piemontese i sindaci di sinistra venivano infatti eletti a primo turno.
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Virginia Raggi, sospinta dal voto contro dei romani nei confronti dei partiti e di mafia Capitale, ha amministrato con qualche svarione il notevole vantaggio iniziale che prefigurava l’elezione al primo turno e veleggia verso un ballottaggio che sembrerebbe scontato e che può solo perdere….
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Luigi De Magistris si riafferma nettamente leader di lotta e di governo e in un colpo solo manda al tappeto Pd, nostalgici della Napoli laurina, mariuoli e giustizialisti . Ma per vincere definitivamente il macth deve attendere l’ultimo round.
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Vincitrice ad honorem: Giorgia Meloni che non ha vinto sul campo ma a conti fatti, sola contro tutti, non ha affatto perso ed ha lottato fino all’ ultima scheda contro un Roberto Giachetti, che sembra già avere esaurito tutta la spinta elettorale per la stentata conquista del ballottaggio.