L’incarico esplorativo alla ricerca della maggioranza che non c’è, rimbalza sul muro dei 5 Stelle prima ancora che la Presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati abbia lasciato il Quirinale. La modulazione del no secco va dalla sferzante dialettica di Vito Crimi alla compita diplomazia di Luigi Di Maio.
Fin troppo facile immaginare che dopo il coro di riconoscimenti e apprezzamenti della Lega e di Forza Italia per il senso delle istituzioni e l’abnegazione con la quale la Presidente del Senato affronterà le consultazioni, seguirà un prevedile j’accuse di Di Maio. Un elenco educato nella forma, ma durissimo nella sostanza, letto col dito puntato nei confronti di Silvio Berlusconi e di chi, come Matteo Salvini – dirà Di Maio – si ostina sostenere per l’ex Cavaliere un ruolo governativo.
Sia pure con rammarico e stile, preso atto dell’intransigente indisponibilità da parte dei 5 Stelle a procedere alla formazione di un Governo col centrodestra, la Presidente del Consiglio incaricata si recherà al Quirinale per rimettere il mandato.
Certificata l’impossibilità di una maggioranza diretta fra le due orze politiche vincitrici delle elezioni, il Capo dello Stato conferirà il successivo incarico esplorativo al Presidente della Camera Roberto Fico per una speculare verifica della possibilità di coagulare una maggioranza di Governo fra M5S e Pd.
Maggioranza politicamente, programmaticamente e numericamente possibile, ma che paradossalmente potrebbe essere ostacolata da Luigi Di Maio, che aspira per se al ruolo di Presidente del Consiglio, e dall’ala renziana del Pd, che nonostante le spinte governative di vari ex ministri è convinta che il partito debba coerentemente rimanere all’opposizione.
L’eventuale rinuncia all’incarico anche da parte di Fico aprirebbe la strada ad un ulteriore incarico riguardante un esponente della società civile che riceverà il mandato di formare un governo di programma per mettere in sicurezza i conti pubblici, procedere eventualmente alla riforma delle legge elettorale, e portare il Paese a nuove elezioni politiche a ridosso delle europee della primavere del 2019.
Un governo al disopra delle parti, presieduto eventualmente dall’economista Sabino Cassese, da Raffaele Cantone o da un Presidente emerito della Consulta, come Giuseppe Tesauro o Gaetano Silvestri. In questo caso, ben diversamente dai Presidenti delle Camere esploratori, il Presidente del Consiglio Incaricato scioglierà la riserva e darà il cambio a Paolo Gentiloni a Palazzo Chigi.
Dr. Gentiloni, i presume….secondo la formula degli esploratori di successo.
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.