“Più che un congresso sembra una prima della Scala dove oltre che per applaudire l’Opera, incentrata sulla santificazione di Silvio Berlusconi, si va per trattare nomine e marcare il territorio del potere e della propria influenza”, é il commento che rimbalza negli ambienti politici alla vigilia delle prime assise nazionali di Forza Italia che, a trent’anni dalla fondazione, si terranno il 23 e 24 febbraio al Palazzo dei congressi dell’ Eur di Roma.
Se é vero che il potere logora chi non ce l’ha, come anticipò nel settecento il mitico diplomatico francese Tayllerand, allora Forza Italia é in grande forma e nonostante ostenti il lutto perenne e la sindrome dell’orfano del Cavaliere fondatore, schiera al congresso 854 delegati nazionali eletti da 120 assemblee provinciali che hanno nominato 104 coordinatori locali e 15 coordinatori di grandi città.
Dietro la wagneriana coreografia che prevede lacrime e singhiozzi evocativi per la santificazione del leader carismatico Silvio Berlusconi, resuscitato politicamente e portato mediaticamente in processione come una Madonna pellegrina attraverso tg e giornali nelle case degli italiani, il congresso evidenzia un duplice ruolo: politico, a sostegno del Governo e dell’Italia, e di grande battage elettorale.
