Generale Agosto ai posti di combattimentoSi chiamano tasse e pensioni, Tav, Tap e Tv i sintomi latenti dell’insolita ansia da ferie che aleggia in Parlamento e che lascia intravedere il fantasma del Generale Agosto.
Assunte come tacite prassi negli anni ruggenti del centrosinistra, le repentine nomine di Ferragosto vennero rinfacciate alla Dc da Bettino Craxi, che denunciò come le decisioni di Governo più controverse venissero prese a cavallo delle ferie, quando tutti erano distratti e le reazioni efficaci erano impossibili e comunque difficili.
Le imminenti ferie parlamentari lasciano sostanzialmente in bilico le grandi opere, la defiscalizzazione e la Rai.
“Ma il corto circuito in corso nella maggioranza gialloverde è più di facciata che sostanziale” – assicurano a microfoni spenti deputati e senatori – “perché tutto é finalizzato alle nomine dei nuovi vertici delle partecipate.”
Su tasse e pensioni il tiro alla fune impegna la schiera bipartisan della spesa, con in prima fila i Vice Premier Di Maio e Salvini che spingono sull’acceleratore della flat tax. A loro si contrappone il Ministro dell’Economia Giovanni Tria, attento a non debordare dalla rigorosa tenuta dei conti pubblici già nel mirino dello spread e delle speculazioni incombenti dei mercati.
Su Tav e Tap sembra essere stata trovata un’intesa strategica, dopo l’iniziale scontro frontale fra le ali della squadra governativa dei 5 Stelle, i Ministri delle Infrastrutture e del Mezzogiorno, Danilo Toninelli e Barbara Lezzi, spalleggiati da Di Maio, e la coppia centrale dell’attacco leghista formata da Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti. Regista dell’intesa, sulla base dell’analisi costi benefici, è il Premier Giuseppe Conte che accontenterà tutti e modificherà soltanto i contorni e non la sostanza dei progetti in corso di realizzazione per la Torino Lione e il gasdotto trans-Adriatico, per i quali i lavori comunque proseguiranno.
Molto più articolata e cosparsa di trappole è invece l’eterna battaglia politica per il controllo della Rai Tv. Per viale Mazzini l’estate 2018 potrebbe tuttavia di passare alla storia come l’ultima, perché la Rai rischia davvero di morire.
La leggenda della prima industria culturale del Paese è agli sgoccioli, come evidenzia il collasso degli ascolti. Un collasso accelerato dalla scelta di non trasmettere i mondiali di calcio e la Formula Uno, nonché dal marasma dell’informazione tradizionale punto di forza del servizio pubblico.
Assediata dalle emittenti satellitari e dal Web, la gloriosa Rai Tv è arroccata sulla trincea della trasmissione Techetechetè.
A meno di un blitz ferragostano, con la regia del Premier Conte e del Ministro Tria, lo stallo sul Presidente si trascinerà fino a settembre, cioè a tempo scaduto per i palinsesti e il rilancio, e potrebbe risolversi con un compromesso fra Salvini e Forza Italia sulla scelta del successore di Foa e probabilmente su una direzione di rete o di tg.
Oltre alle accentuate difficoltà sul fronte del lavoro e dell’occupazione, la classica definizione di autunno caldo si addice quest’anno molto più agli equilibri politici reduci della lunga battaglia del Generale Agosto e a quelli che, soprattutto i grillini, paventano possano essere i fulmini di Ferragosto delle dichiarazioni del Ministro dell’Interno Salvini durante la tradizionale conferenza stampa al Viminale. Estati d’animo…..