Super esperti europei per l’intelligenza artificiale
La Commissione europea ha nominato 52 super esperti per l’intelligenza artificiale, High LevelGroup on Artificial Intelligence, col compito di scrivere le linee guida etiche per l’uso di questa tecnologia, di anticipare sfide e opportunità e di indirizzare il corso degli investimenti europei in machine learning, una branca della AI.
I 52 membri – 30 uomini e 22 donne – sono stati selezionati fra 500 candidati, e provengono anche da industrie come Google, IBM, Nokia Bell Labs, Bayer, Bosch. Presenti anche rappresentanti di associazioni e consumatori, incluso il gruppo per i diritti digitali Access Now e quello per la trasparenza degli algoritmi AlgorithmWatch, nonché accademici e legali. Quattro gli italiani:
- Stefano Quintarelli Presidente del comitato di indirizzo dell’Agenzia per l’Italia digitale,
- Luciano Floridi docente di filosofia ed etica dell’informazione a Oxford,
- Andrea Renda ricercatore del Ceps esperto di innovazione digitale,
- Francesca Rossi ricercatrice dell’Ibm, docente in congedo dell’Università di Padova.
I membri dell’High level group si riuniranno il 27 giugno per iniziare a tracciare le linee guida su fairness, safety, and transparency dell’AI, valutando la legislazione vigente e le politiche in via di realizzazione. Il lavoro del gruppo aiuterà la Commissione a proseguire sull’approccio all’intelligenza artificiale inaugurato ad aprile. Le linee guide dovranno essere completate entro la fine dell’anno.
Gli esperti collaboreranno anche con la European AI Alliance, che ha lanciato una piattaforma online aperta al contributo di tutti con l’obiettivo di facilitare il dialogo e far progredire l’innovazione in modo informato e sicuro.
La Commissione si impegna ad investire, entro il 2020, oltre 1 miliardo di euro. La proposta dello stanziamento verrà fatta in occasione della redazione del Bilancio 2021-2027.
Lo stanziamento si aggiungerà agli investimenti nazionali. La Francia ad esempio ha di recente lanciato un programma che impegna l’Eliseo a stanziare 1,5 miliardi di euro di fondi pubblici per cinque anni, 2018-2022, di cui 400 milioni destinati specificamente ai progetti di innovazione disruptive; le risorse saranno prelevate dal più vasto pacchetto ,10 miliardi di euro, di Fondi per l’Innovazione e l’industria annunciato a inizio anno.
Una parte europea del patto per l’AI è dedicata alla formazione e all’occupazione. Secondo i numeri della Commissione i posti di lavoro creati in Europa dall’AI sono già 1,8 milioni, con una crescita del 5% all’anno dal 2011, mentre oggi ci sarebbero a disposizione circa 350mila posti.
Il timore è che queste posizioni restino vacanti per mancanza di competenze specifiche: ecco perché la Commissione si impegna a mettere in campo azioni per la riqualificazione delle figure professionali nei settori toccati dalla rivoluzione. Tra questi spiccano l’automotive, il tessile, il comparto spaziale e quello turistico.