In Grecia, il Paese per otto anni messo in ginocchio dall’ossessione rigorista europea, torna al governo il partito conservatore Nuova Democrazia, guidato da Kyriakos Mitsotakis. Il leader conservatore si è imposto nettamente contro il primo ministro uscente, Alex Tsipras, che aveva diligentemente applicato proprio quei piani di salvataggio imposti dall’Europa.
Il partito di Mitsotakis, 51 anni, erede di una storica dinastia politica, che ha cavalcato l’onda delle proteste di piazza contro l’Europa, ha ottenuto il 39,8% dei voti, aggiudicandosi così 154 dei 300 seggi complessivi in Parlamento. A Syriza, il partito del premier uscente Alexis Tsipras, va il 31,6%, con 86 seggi.
Seguono i socialisti di Kinal 8,3%, 23 seggi; il Kke 5,3%, 14; i nazionalisti di Elliniki Lysi 3,7%, 10.
Buon esordio parlamentare di Mera25, il Fronte Europeo di disobbedienza realista, dell’ex ministro delle Finanze, Yanis Varufakis, che ha superato il 3% del quorun necessario e conquistato 9 deputati.

Tsipras, ex esponente della sinistra antagonista divenuto un alunno modello della Troika, costretto a gestire la peggiore crisi economica dal dopoguerra ad oggi tra austerity e riforme imposte dalla troika, ha pagato i continui aggiustamenti economici che molti hanno letto come “un tradimento”.

Kyriakos Mitsotakis, quarta generazione di una dinastia di politici, è in qualche modo un ‘predestinato’. Suo padre, Konstantinos Mitsotakis, fu primo ministro all’inizio degli anni ’90; sua sorella Dora Bakoyannis, è stata la prima donna Sindaco di Atene, quando la capitale ospitò le Olimpiadi nel 2004, e poi divenne ministro degli Esteri. Suo nipote Kostas Bakoyannis, il figlio di Dora, è il nuovo Sindaco della capitale , eletto a fine maggio.
Nella prima dichiarazione a risultati pressoché acquisiti Mitsotakis ha sottolineato che i greci hanno scelto il governo che ritengono che “possa migliorare la loro vita” ed ha promesso “un piano con meno tasse, nuovi e migliori posti di lavoro e sicurezza per tutti”.