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L’esilarante storia degli uomini tristi fra Kafka e Pirandello

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Rubrica di critica recensioni anticipazioni

I cardini del pensiero Socrate Buddha Confucio Gesù

by Antonino Cangemi

Mentre nella poesia si ricercano nuove forme espressive talvolta con fughe in avanti frutto di uno sperimentalismo audace quanto arido, nella narrativa si ha paura del nuovo e ci si rifugia nel consueto non di rado a costo della banalità.

Ciò è determinato dal mercato editoriale che, per la poesia, é ridotto al minimo e, per la narrativa, gode di una residua tutto sommato discreta platea da appagare assecondandone i gusti medi. Ne consegue che se nel passato, quando il livello culturale generale era assai più elevato, negli scaffali delle librerie trovavano posto anche romanzi di qualità ma non di facile lettura, oggi questi ultimi sono quasi del tutto assenti.L’esilarante storia degli uomini tristi fra Kafka e Pirandello

Quei pochi che rimangono – più facilmente reperibili online – sono pubblicati per la maggior parte da piccoli editori indipendenti più coraggiosi di quelli di grido che privilegiano le scelte sicure.

E’ il caso dell’ultimo romanzo di Michele Iacono, L’esilarante storia di uomini tristi dato alle stampe da PAV edizioni.

Iacono è al suo quinto romanzo (un capolavoro quello del suo esordio, Il bambino senza tempo) e coerentemente rimane fedele, pur nella pigrizia dell’establishment culturale e nel piatto conformismo dell’industria editoriale, alla sua narrativa incline al timbro onirico e a un’accorata denuncia socio-politica che si coglie tra le pieghe delle sue pagine dai tanti rimandi accompagnata dall’amara constatazione dello smarrimento della dimensione umana. Iacono non solo persevera a scrivere romanzi con storie e personaggi bizzarri allusivi di una condizione degradata e alienante, ma spinge sull’acceleratore, accentua il suo gusto per la sfida e la provocazione.

L’esilarante storia degli uomini tristi fra Kafka e Pirandello
Michele Iacono

L’esilarante storia di uomini tristi é infatti un romanzo, nella sua cifra allucinatoria, ancora più temerario e più denso di sottintesi e significati reconditi dei precedenti.

Raccontare in rapida sintesi la sua trama é impresa difficile perché nel romanzo – che contiene altri romanzi – le trame s’intrecciano e s’accavallano con l’effetto (voluto) di confondere la realtà con la fantasia. Tentando di tracciarla, potremmo dire che il protagonista, o uno dei protagonisti, il signor Michele Autieri, rifugiatosi in un casolare di campagna per sfuggire a una pandemia che sta radendo al suolo la città, dove campeggiano scenari desolanti, scopre il manoscritto del suo vicino di casa Attilio Fontana non scampato al malefico virus. Autieri comincia a leggerlo e tra uno scrittore, l’editore e tanti altri strani personaggi trova se stesso; anche lui è presente in quel manoscritto e non solo: man mano ne divora le pagine ciò che vi è raccontato si avvera.

Ne L’esilarante storia di uomini tristi pertanto scorrono realtà e finzioni su emisferi paralleli e la narrazione si biforca e scinde su diversi piani al punto di potere definire il romanzo un romanzo tridimensionale. Nella funambolica sovrapposizione di vicende e accadimenti, Iacono non attinge alle esperienze della “letteratura combinatoria” dell’Ouvroir de Littérature Potentielle (OuLiPo) che ispirò l’ultimo Calvino. Quello sperimentalismo, che ha costituito un punto d’incontro tra la letteratura e la matematica, è troppo cerebrale e freddo per un autore anarcoide e dai forti impulsi emotivi come Iacono che, pur essendo uno scrittore assai colto con stretta familiarità con i classici del Novecento, sfugge a qualsiasi accostamento.

Perfino con Kafka, le cui grigie inquietudini in qualche misura riecheggiano tra le sue pagine, e con Pirandello, il cui richiamo è obbligato perché uno dei temi centrali del romanzo – dentro il quale a un certo punto compare se stesso e si rievocano precedenti suoi romanzi – è il potere della creatività e il rapporto tra i personaggi e l’autore (“Capite ora qual è il mio potere? Perché io, attraverso una penna, posso anche cancellarvi e rimettervi in gioco” afferma “lo scrittore”).

Iacono è un autore ribelle posseduto dal demone della scrittura che gli fa esplorare i più irti e scoscesi sentieri: quelli di una fantasia perfino delirante che non conosce limiti e che pesca anche nel torbido, nei meandri più oscuri e tenebrosi dell’anima. E tuttavia, malgrado la sua vena istintiva e il suo estro esuberante, Iacono non deraglia e non valica mai i confini del buon gusto guidato com’è dalla bussola della letteratura classica di cui si nutre e, sebbene i rinvii ai drammi dell’attualità e allo smarrimento di una società destabilizzata siano anche espliciti (la pandemia, la guerra tra la Russia e l’Ucraina, le minacce della tecnologia), le pagine de L’esilarante storia di uomini tristi, in cui aleggia lo spirito della lievità affabulatoria, catturano i lettori.L’esilarante storia degli uomini tristi fra Kafka e Pirandello

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Antonino Cangemi
Antonino Cangemi
Saggista e critico letterario
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