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Rubrica di critica recensioni e anticipazioni
Liberarsi dalla plastica è possibile. “Cambiare il mondo, una bottiglia di plastica alla volta” é l’obiettivo di Will McCallum, responsabile per la tutela degli oceani di Greenpeace UK, in questi giorni in Italia per presentare il suo libro “Vivere senza plastica”, edito da HarperCollins.
Dati alla mano, Mc Callum spiega che ogni anno circa 12,7 milioni di tonnellate di plastica invadono l’oceano, uccidendo oltre un milione di uccelli e 100.000 mammiferi marini.
A questo ritmo entro il 2050 – denuncia Will McCallum- potrebbe esserci più plastica nell’oceano che pesci. Come fare, dunque, la differenza? La guida “ Vivere senza plastica, é anche una “chiamata alle armi” per porre fine alla nostra dipendenza dalla plastica.
“Meno del 10% della plastica nel mondo – spiega l’attivista di Greenpeace – viene riciclata perché non si dispongono degli strumenti per riciclarla. Per iniziare, dovremmo liberarci delle bottiglie di plastica: “é folle – spiega McCallum – che ce ne siano così tante ancora in giro. Nessuno le dovrebbe più utilizzare!
Ci sono moltissime soluzioni per liberarsene facilmente, borracce, bottiglie riutilizzabili. Smettere di usare bottiglie di plastica é una delle cose migliori che possiate fare per l’ambiente”. Al nuovo parlamento europeo e alla corrente dei verdi, McCallum chiede più infrastrutture per lo smaltimento e di concentrarsi su nuovi materiali più facilmente smaltibili, ma la vera differenza – sottolinera – possiamo farla solo noi: “il modo più efficace e rapido per indurre un cambiamento consiste semplicemente nella capacità di sensibilizzare le persone a ridurre il loro consumo di plastica”
Una prima risposta all’appello di Will McCallum viene dal Technology Forum di Milano, dove fra le innovazioni presentate figurano in particolare un cestino che raccoglie la plastica dagli oceani, una torre cittadina che ricicla lo smog ed un computer biologico.
Fra le tecnologie innovative sviluppate per liberare gli oceani dalla plastica al Technology Forum di Milano è stato presentato il Seabin, un cestino galleggiante in grado risucchiare e raccogliere i rifiuti dall’acqua, comprese le microplastiche.
Ogni cestino é in grado di rimuovere fino a 500 chili di plastica ogni anno e, al momento, sono stati installati nel mondo 719 cestini, i quali hanno catturato oltre 110.000 chili di plastiche.
Il computer biologico viene dal politecnico federale di Zurigo, che ha sviluppato una tecnologia utilizzabile sia a livello diagnostico che terapeutico, che consiste in un computer talmente piccolo da stare in una cellula, composto da un’unita’ di elaborazione centrale (cpu) fatta di componenti biologici che accetta diversi tipi di programmazione. Puo’ lavorare con tutti gli input desiderati sotto forma di molecole di Rna; una sorta di “forbice molecolare” in grado di tagliare un Dna bersaglio, che può essere programmata per modificare con estrema precisione il genoma di una cellula.
In stretta connessione col tema di inquinamento, alla rassegna milanese delle innovazioni tecnologiche in grado di ridisegnare il futuro dell’umanità , è stato presentato il progetto delle Smog Free Tower: torri alte 7 metri e larghe 3,5 metri, capaci ciascuna di filtrare circa 30.000 metri cubi di aria all’ora, trattenendo lo smog e rilasciando aria depurata. Un progetto basato su un semplice processo di funzionamento: all’interno delle torri si creano dei campi di elettricità statica che attraggono e trattengono le polveri sottili.