C’è il riflesso della storia politica dell’Italia del dopoguerra e il diagramma passionale della propria esperienza sindacale nell’autobiografia dell’attuale leader del sindacato più antico e rilevante del Paese, la CGIL.
In Un’altra storia (Piemme) Maurizio Landini si racconta per la prima volta a cuore aperto, aprendo l’armadio della memoria.
Dagli anni Settanta ai giorni nostri, dall’infanzia e l’adolescenza a San Polo d’Enza, fino alle esperienze sindacali degli inizi, a Reggio Emilia e Bologna, al salto nazionale in Fiom prima e in Cgil poi.
Tra ricordi, aneddoti e svolte professionali ed esistenziali si scorge la storia italiana degli ultimi quarant’anni di questo Paese, con un focus su alcune grandi ferite sociali di ieri e di oggi che ancora sanguinano e che devono essere rimarginate.
Non mancano le analisi sulle grandi questioni legate al mondo del lavoro ea quello delle grandi vertenze come, ad esempio, Stellantis, il rapporto con i governi Berlusconi, Prodi, Renzi, Conte, Draghi e Meloni, nella declinazione dell’idea-manifesto del “sindacato di strada”, in cui democrazia e autonomia sono il grande orizzonte.
Una narrazione personale e intima, ricca di spunti e riflessioni, che si tiene insieme a quelle che sono le battaglie storiche del Maurizio Landini Segretario generale della Cgil: la dignità del lavoro, affermata nel dopoguerra e nella seconda metà del Novecento e negata nell’ultimo ventennio a colpi di leggi sbagliate, che le iniziative referendarie propongono, infatti, di correggere e riformare profondamente.
Un’autobiografia che parla di diritti da difendere, battaglie ancora da fare e del futuro, ma soprattutto fa conoscere meglio uno dei protagonisti della Repubblica italiana che negli ultimi anni hanno fatto sentire di più la propria voce.