Il cielo sopra Di Maio
Di Maio balla il DiB-Tap-Tav e rischia l’uscita di scena. Il vulcano 5 Stelle è in piena eruzione e i sismografi politici paventano la possibilità di profonde faglie.
Scenari di scissione che solo il rientro del sub Comandante Alessandro Di Battista potrebbero scongiurare. Un ritorno anticipato a Roma dal lungo viaggio in America Latina, sulle orme di Che Guevara, che lascerebbe a Di Battista margini di tempo ristretti, ma ancora possibili per la reductio ad unitatem dei grillini.
Cinque mesi di governo hanno stravolto tutte le solenni promesse del movimento e trasformato in miraggi il reddito di cittadinanza, l’abolizione della Fornero, e il taglio delle tasse.
Le clamorose marce indietro sull’Ilva di Taranto e sulla Tap, il disastro del decreto su Genova, il condono fiscale, la legittima difesa e il pacchetto sicurezza hanno innescato la rivolta della base dei 5 Stelle contro il governo, gli alleati leghisti e soprattutto contro il Vice Premier e pluri Ministro dello sviluppo e del lavoro Luigi Di Maio, messo praticamente sotto processo.
Ancora più dirompente il blitz del no alla Tav imposto al Comune di Torino, che non solo non ha placato i grillini irriducibili contro le grandi opere, ma che sta provocando l’espansione a macchia d’olio dell’opposizione della società civile e di tutti i settori economici.
Un’altra bomba politica ad orologeria è quella della sentenza del processo che vede imputata Virginia Raggi per falsa testimonianza per le nomine capitoline. Le eventuali dimissioni della Sindaca avvierebbero una ennesima durissima contrapposizione fra Lega e 5 Stelle, con Matteo Salvini che pensa di lanciare la candidatura di Giorgia Meloni e il movimento che potrebbe calare l’asso di Battista.
Per scongiurare l’impeachment interno del Vice Premier Di Maio e con la incombente spada di Damocle della manovra di bilancio e dell’incandescente fronte europeo, il prezzo dell’unità del movimento consisterà probabilmente nella convocazione di una sorta di assemblea nazionale e nel rimpasto lampo del governo.
Rimpasto funzionale all’ingresso in Consiglio dei Ministri di Alessandro Di Battista in funzione di garante della base grillina, che fa capo anche a Roberto Fico e per marcare stretto Di Maio.
Sempre che, come a Torino per la Tav, non prevalga invece la scelta radicale di imporre l’impossibile blocco della Tap e aprire scenari da crisi di Governo.
Scenari ipotetici, ma istituzionalmente molto delicati e che per i 5 Stelle potrebbero risolversi con una scissione e l’esclusione da una nuova eterogenea maggioranza di governo di salute pubblica.
Una inedita grosse koalition alla tedesca, ma di rito italiano, formata da Lega, i grillini dissidenti, Pd, Forza Italia Fratelli d’Italia e forse anche LeU. Una maggioranza per un governo d’emergenza per traghettare il Paese fuori dalle secche del placet europeo e dei mercati alla manovra economica, la messa in sicurezza dei conti pubblici e andare alle elezioni anticipate a ridosso delle europee.