Natale perduto di Letizia

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Natale perduto di Letizia e di malinconia
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Cuore & Batticuore

Rubrica settimanale di posta. Sentimenti passioni amori e disamori. Storie di vita e vicende vissute

Natale perduto di Letizia e di malinconiaBy Letizia Tomasino

Natale, tempo di bilanci. Anche di flash back infantili. Cosa non ho fatto nella mia vita? Me lo stavo chiedendo stamattina guardando una foto del mio passato.

Per notizia, io sono la Madonna. Non scherzo affatto! Ho le prove, anzi le foto. La storia è questa: mio padre era un fotografo. A quei tempi, quasi cinquant’anni fa, i fotografi facevano quasi la fame. Ogni tanto un servizio fotografico e poi a portare la pagnotta a casa ci pinzava u Signuruzzu, ci pensava Gesù Bambino come  si dice in Sicilia.

Comunque, a mio padre l’inventiva non mancava e cosa aveva escogitato nel periodo delle feste natalizie?  L’idea scaturì dal racconto di un amico di mio padre, pure lui fotografo. Si chiamava Enzo u norvergese, perché forse era stato in Norvegia o forse no, non ho mai approfondito l’argomento.

Allora, Enzo u norvergese disse a mio padre che all’estero avevano escogitato il sistema per racimolare un poco di soldini. Bastava vestirsi da Babbo Natale e fermare i bambini per strada per immortalarli in una foto ricordo.Natale perduto di Letizia e di malinconia

Cominciarono a scegliere un posto molto frequentato, la scelta cadde sui portici in Via Ruggiero Settimo, la via Condotti o se preferite gli Champs-Élysées, oppure la Fifth Avenue di Palermo.

Qualsiasi bambino avrebbe voluto fotografarsi con un simpatico Babbo Natale, specialmente se quello gli offriva caramelle e cioccolatini.

Cominciò così l’avventura del periodo natalizio. Mio padre che fotografava bimbi felici: si faceva pagare in anticipo e rilasciava una ricevuta, dopo una settimana i genitori dei bimbi fotografati potevano ritirare la foto ricordo.

Natale perduto di Letizia e di malinconia
Letizia Tomasino

L’anno dopo aggiunsero una renna finta e un secondo Babbo Natale. Poi, col tempo si aggiunsero sempre più elementi natalizi. Ogni anno mio padre costruiva scenari sempre più belli: slitte, mangiatoie ecc… poi, si aggiunsero altri fotografi e la location di Via Ruggiero Settimo non bastò più,  poiché si intralciava troppo il traffico.

I fotografi chiesero ed ottennero dal Comune lo spazio di Via Mariano Stabile, sempre sotto i Portici di fronte un cinema.

Mio padre a questo punto mobilitò tutti i figli. Una volta ero un angioletto, un’altra volta la Madonna e man mano che crescevo ero sempre un personaggio diverso, fino a quando non passai a fare un altro ruolo, cioè la fotografa. Comunque, tutto questo gran parlare per dire a tutti: Buon Natale!!

Natale perduto di Letizia e di malinconia
Letizia Tomasino bambina vestita da Madonna assieme ai fratelli truccati da San Giuseppe e da pastorello nel Presepe fotografico allestito dal padre

zerozeronewsNatale story connotata di austerità, per non dire di fame che aguzza l’ingegno ed anticipa quello che qualche decennio dopo sarebbe diventato il marketing delle festività, il boom del consumismo. Un autentico come eravamo della scrittrice e fotografa siciliana Letizia Tomasino che restituisce tutta l’originaria magia del Natale dell’ Italia che sbarcava il lunario. Un Paese reale e un mondo che nel frattempo hanno in gran parte perso per strada lo spirito di solidarietà e di riflessione spirituale di un Natale sempre più  artificiale e svuotato di significato.

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