Magistratura e dintorni: Davigo lascia ma non mollaNonostante fossero ampiamente annunziate, lasciano un sentore di retrogusto amaro le dimissioni di Piercamillo Davigo dalla Presidenza dell’Associazione nazionale Magistrati.
Retrogusto amaro che fa intravedere la complessità del dibattito che si sviluppa fra i circa novemila magistrati italiani in organico.
Dopo quasi 365 giorni alla guida dell’Anm, come promesso al momento della nomina, Davigo sabato prossimo di dimetterà. Non si tratta – viene però ribadito – di dimissioni anticipate, ma di un cambio al vertice concordato con tutte le correnti della magistratura, già un anno fa al momento dell’ elezione alla Presidenza.Non sarà solo Davigo a lasciare ma diversi esponenti dell’attuale giunta e il posto di segretario, oggi ricoperto da Francesco Minisci (Unicost) dovrebbe andare a Edoardo Cilenti di Magistratura indipendente.
Obiettivo dichiarato delle dimissioni, consentire l’alternanza al vertice del sindacato delle toghe dei rappresentanti di tutti gruppi che sostengono la Giunta unitaria.
Tra i padri fondatori di Autonomia & Indipendenza, la corrente nata dalla scissione di Magistratura Indipendente e considerato uno dei simboli della stagione di mani pulite, Piercamillo Davigo passerà il testimone a un esponente di Area, il gruppo che riunisce Magistratura democratica e il Movimento per la Giustizia.

Quasi certamente gli subentrerà il sostituto Procuratore di Roma Eugenio Albamonte, titolare fra le altre dell’inchiesta relativa ai fratelli Giulio e Francesca Occhionero, accusati di cyberspionaggio ai danni di alte cariche dello Stato, politici, industriali e aziende.
Albamonte é inoltre il Pubblico Ministero del processo sull’omicidio di Ciro Esposito, il tifoso del Napoli ferito gravemente nel 2014 poco prima della finale di Coppa Italia e morto dopo 53 giorni di agonia.
Quello di Davigo non é però un addio all’Anm: manterrà infatti il ruolo di componente del Comitato direttivo centrale, il cosiddetto parlamentino che sabato é chiamato a eleggere il successore.
Per evidenziare che nessuno intende abbandonare il campo, Autonomia & Idipendenza, la corrente della magistratura che fa capo a Davigo, contemporanemente alla conferma delle dimissioni del Presidente uscente ha diffuso un dettagliato comunicato.
“C’é la necessità di regolamentare la questione della carriera degli esponenti politici provenienti dalla magistratura” – sottolinea il comunicato. “E il ritardo che si é registrato” – prosegue la nota – “è unicamente dovuto alla inerzia della politica che dovrebbe provvedere a regolamentare una questione riguardante dei propri esponenti, questione rispetto alla quale i magistrati non hanno alcun interesse se non quello alla credibilità delle Istituzioni“La nota di Autonomia & Indipendenza respinge poi quelle che definisce ” le pretestuose critiche rivolte al sistema giudiziario in relazione alle funzioni esercitate da magistrati provenienti da incarichi politici, anche perché espresse da chi avrebbe potuto e dovuto preoccuparsi di scrivere regole chiare”.
In altri termini una classe politica che scarica l’inerzia, o l’incapacità, legislativa sul sistema giudiziario e sui diritti dei cittadini.