Francia: nomine di nuovi 007 per fronteggiare il terrorismo L’ antiterrorisme d’abord, prima di tutto l’antiterrorismo e la sicurezza. A poco più di un mese dall’insediamento all’Eliseo il Presidente Francese Emmanuel Macron ha cambiato tutti i vertici dei servizi di sicurezza.
Il cambio della guardia era atteso ma si prevedevano scelte interne ai servizi cioè dei militari, Macron ha invece nominato solo dei diplomatici e dei Prefetti della Repubblica al vertice del Coordinamento nazionale antiterrorismo, dello DGSE, il servizio informazioni per l’estero e dello DGSI, la Direction générale de la Sécurité intérieure.
Probabilmente avranno pesato le valutazioni circa l’efficienza di apparati che hanno dato comunque l’impressione di essere stati presi in contropiede dagli attentati più eclatanti compiuti finora in Europa, Charlie Hebdo, Bataclan, Nizza fino agli ultimi attacchi contro la polizia a Parigi, portati a termine da terroristi islamici schedati con la specifica fiche S dei servizi, ma non controllati.
Il ruolo centrale delle nuove nomine è quello del Coordinatore Nazionale per l’Intelligence che fa riferimento direttamente al Presidente, mette in correlazione i servizi, raccoglie i dati e le analisi dei satelliti spia francesi e stila ogni giorno una relazione, only eyes the President, riservata solo agli occhi del Presidente, come avviene negli Stati Uniti per Cia e Nsa.
Questi i nuovi vertici dei servizi francesi:
- Coordinatore Nazionale dell’ Intelligence e dell’antiterrorismo: Pierre de Bousquet de Florian
- Direttore generale del servizio di sicurezza interno: Laurent Nunez
- Direttore Generale del Servizio di sicurezza per l’estero : Bernard Emié
Ma ce n’et qu’un dèbut, non è che l’inizio dicono a Parigi, perché la fine dell’incubo del fontamentalismo islamico è in cima alle preoccupazioni di Macron.
Il tempo di valutare l’insieme della complessa situazione dell’intelligence francese, il cui assetto risale al 2013, e il settore sarà interamente razionalizzato, in particolare in direzione di una più stretta interconnessione con l’intelligence europea, italiana, tedesca, spagnola, belga e olandese in primis.
Un’ intelligence europea in bilico fra Brexit, Nato e le nebbie di Washington.