Nessuna corruzione, al massimo traffico d’influenze. Cade l’accusa di corruzione a carico di Luca Palamara nel processo principale in corso a Perugia, quello legato ai rapporti con l’imprenditore Fabrizio Centofanti (che ha già patteggiato).

La Procura perugina, nel processo a carico dell’ex consigliere del Csm ed ex presidente dell’Anm, ha infatti rideterminato il capo d’imputazione derubricando l’accusa in quella meno grave di traffico d’influenze illecite.
Gli avvocati del magistrato, poi radiato, di fronte al nuovo capo d’imputazione hanno chiesto il patteggiamento a un anno, con il parere favorevole della Procura. La corte si è riservata di decidere e l’udienza è stata aggiornata al 16 maggio.
“ E’ caduta ogni ipotesi corruttiva e quindi – afferma Luca Palamara – non c’è mai stata nessuna corruzione al Csm come una parte della (dis)informazione racconta dal 30 maggio del 2019.”
L’ex magistrato spiega che accedendo ai riti alternativi previsti dalla legge Cartabia per una ipotesi di reato diversa e sicuramente meno grave, “ho deciso di liberarmi dal peso dei processi, senza l’ammissione di alcuna forma di colpevolezza, ma esclusivamente per ragioni personali e processuali. Tutto questo mi consentirà di essere più libero e di dedicarmi con rinnovato vigore alla battaglia di verità su ciò che non ha funzionato all’interno della magistratura e nei rapporti tra toghe e politica .”
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