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Papa Francesco incardina l’elezione del suo successore

Per Papa Francesco non sarà il solito Concistoro, ma quasi un pre Conclave quello che, in una Basilica di San Pietro semivuota a causa della pandemia, vedrà secondo la storica definizione la creazione di 13 nuovi Cardinali.Papa Francesco incardina l'elezione del suo successore

E’ la selezione di un successore-continuatore e non restauratore, la ratio che ha mosso le scelte operate nei sette Concistori che hanno caratterizzato i quasi otto anni di Pontificato di Jorge Mario Bergoglio.

La geografia e gli equilibri del Sacro Collegio che eleggerà il Papa che verrà sono ormai stati messi in sicurezza per assicurare la prosecuzione della nuova Crociata che Papa Francesco ha avviato per la catarsi della Chiesa. Con risultati già evidenti: in poco più di sette anni, Bergoglio ha attuato più Concilio di tutti i Pontefici degli ultimi 50 anni, ha spostato la frontiera della fede dall’esercizio del potere all’umiltà. Dalla teologia dei peccati altrui, all’impegno nelle periferie. Una rivoluzione capillare, ma appena agli inizi e che rischia di essere soffocata non all’esterno, ma all’interno delle stesse mura vaticane.Papa Francesco incardina l'elezione del suo successore

Il numero totale di Cardinali elettori, ossia con meno di 80 anni di età, raggiunge quota 128 e scenderà nei prossimi mesi a 121 perché sette porporati supereranno gli 80 anni e non potranno più accedere al Conclave. Paolo VI aveva fissato la soglia di 120, occasionalmente superata quasi da ogni Pontefice. Sei dei nuovi 13 Cardinali sono italiani: ma solo tre in età da Conclave: Marcello Semeraro, appena nominato alla guida della congregazione delle Cause dei santi al posto del dimissionato Giovanni Becciu, Augusto Paolo Lojudice, Arcivescovo di Siena, fra Mauro Gambetti, francescano conventuale, Custode del Sacro convento di Assisi. Mentre gli altri hanno più di ottanta anni: Silvano M. Tomasi, nunzio apostolico in pensione; fra Raniero Cantalamessa, francescano cappuccino, predicatore della Casa pontificia ed  Enrico Feroci, ex direttore della Caritas romana e ora parroco a Santa Maria del Divino Amore.Papa Francesco incardina l'elezione del suo successore

Oltre all’infornata di italiani, gli altri sette cardinali elettori nominati dal Papa provengono da Malta (Grech), Rwanda (Mbanda), Stati Uniti d’America (Gregory), Cile (Aòs), Filippine (Advincula), Brunei (Sim), e l’ultimo, un ultraottantenne, proviene dal Messico (Arizmendi).

Peraltro,  tre dei nuovi cardinali italiani – Gambetti, Cantalamessa, Feroci – non sono Vescovi: una scelta piuttosto rara, che evidenzia l’intenzione di Francesco di andare oltre gli steccati della tradizione, che vede solitamente elevati alla dignità cardinalizia dei Vescovi. Inoltre, il cappuccino Cantalamessa ha espressamente chiesto di essere esentato dall’ordinazione episcopale, e rimarrà dunque Cardinale non Vescovo. Complessivamente dunque in un eventuale Conclave siederanno attualmente 75 Cardinali nominati da Francesco, 40 da Benedetto XVI e 16 da Giovanni Paolo II.

Per essere eletto Papa, nelle prime votazioni, è necessario ottenere almeno i due terzi dei voti, pari a 86. A livello di Continenti, l’attuale geografia del Collegio cardinalizio votante è la seguente: Africa, 17; Asia, 16; America latina, 24; America del Nord 13; Oceania, 4; Europa, 54.Papa Francesco incardina l'elezione del suo successore

Dalla scomposizione dei numeri, emerge che i cardinali provenienti dai paesi poveri o in via di sviluppo (Centro e Sud America, Asia, Oceania, Africa) sono passati  dal 36,5% al 46% e che il Papa ha destinato soltanto due Cardinali ai dicasteri della Curia, mentre gli altri sono pastori che si sono distinti nella cura delle Diocesi o sono personalità simboliche delle Chiese locali.

Papa Francesco ha dunque risagomato il collegio cardinalizio non solo geograficamente, ma anche dal punto di vista del profilo pastorale. I Porporati italiani, un tempo in maggioranza, diminuiscono ulteriormente dal  24% al 18%, ma non drammaticamente. Nel corso dei suoi sette concistori, infatti, Bergoglio non ha rinnovato le nomine in antiche sedi cardinalizie (Venezia e Torino, ad esempio, non hanno un Cardinale), sconvolgendo la storica geografia ecclesiale italiana, ma ha sempre fatto attenzione a nominare un certo numero di italiani, evitando che la loro presenza in Conclave diventasse marginale. Complessivamente tuttavia l’attuale schiera dei porporati italiani è più omogeneo. E se dal 1978 in poi, con l’elezione del polacco Karol Wojtyla, ossia del primo non italiano dopo oltre 400 anni, gli italiani sono stati talmente divisi da non riuscire a proporre un candidato credibile per gli altri porporati, il gruppo che si presenterà al prossimo Conclave evidenzia ora una certa coesione.

In ogni caso l’elezione di un Pontefice scaturisce dall’alchimia imperscrutabile che si viene a creare al momento in cui muore il Pontefice regnante. E le dinamiche di un Conclave sono spesso determinate dalla iniziativa di piccoli gruppi capaci di individuare un candidato in grado di calamitare sostegni così ampi da superare il quorum dell’elezione.Papa Francesco incardina l'elezione del suo successore

Per certi versi che il prossimo Papa possa essere italiano rimane in realtà improbabile, ma da non escludere a priori, perché da Giovanni Paolo II la scelta è stata catalizzata da paesi più rappresentativi della popolazione cattolica mondiale.

Di certo, con le sue scelte cardinalizie il Pontefice argentino di origine italiana ha in ogni caso indicato che gli italiani avranno un ruolo di primo piano nella scelta di un Pontefice che dovrà gestire una situazione complessa e tenere in equilibrio sensibilità, culture, modelli ecclesiologici disparati come quelli che coesistono nella Santa Sede.Papa Francesco incardina l'elezione del suo successore

Fonte Askanews

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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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