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Pepper e i suoi fratelli l’invasione dei robot umanoidi

 

by Maggie S. Lorelli

Si chiama Pepper ed è il primo social robot umanoide al mondo in grado di cogliere e reagire alle emozioni umane.Pepper e i suoi fratelli l'invasione dei robot umanoidi

Si presenta da solo: “Sono stato realizzato in Francia. Sono dotato di telecamere, microfoni e sensori che mi permettono di vedere, ascoltare e interagire con gli altri. Posso riconoscere le persone, identificare le emozioni e capire quello che mi dicono. Dispongo anche di un tablet che permette di visualizzare dei contenuti e potenziare il processo comunicativo e il mio utilizzo”

Pepper e i suoi fratelli l'invasione dei robot umanoidi

Prodotto dalla SoftBank Robotics, è progettato per rendere l’interazione uomo-robot semplice, intuitiva e accessibile a tutti, ponendola al servizio della salute e del benessere collettivi.

Pepper e i suoi fratelli l'invasione dei robot umanoidi
Daniele Lombardo

RoboMate è una delle anime di Pepper, il software applicativo che ne permette il funzionamento, ideata e sviluppata dagli informatici di Behaviour Labs Robotics. “I robot non hanno un’anima propria – precisa Daniele Lombardo, co-fondatore insieme a suo fratello Marco dell’innovativa startup con sede a Catania – ma vivono attraverso quella di chi li programma e di chi li utilizza”.

Pepper e i suoi fratelli l'invasione dei robot umanoidi
Marco Lombardo e sullo sfondo il fratello Daniele

Inizialmente basata sull’implementazione di una metodologia innovativa di robotica sociale applicata alla terapia dei deficit del neurosviluppo, la piattaforma è stata di grande aiuto durante l’emergenza Covid-19 nei reparti di malattie infettive dell’Ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza” di San Giovanni Rotondo, la struttura sanitaria fondata da Padre Pio nel 1956, e dell’Ospedale di “Santa Caterina Novella” di Galatina, in provincia di Lecce.Pepper e i suoi fratelli l'invasione dei robot umanoidi

“Il robot era inizialmente entrato nell’Ospedale di Padre Pio per essere utilizzato nella simulazione cognitivo-comportamentale dei pazienti affetti da Alzheimer e demenza senile – spiega Lombardo – ma con lo scoppio improvviso dell’epidemia abbiamo rimodulato il nostro software per adattarlo alle nuove esigenze sanitarie. La funzionalità già attiva di gestione a distanza, che veniva utilizzata per fornire supporto psicologico ai pazienti, si è rivelata fondamentale per telecontrollare i robot in reparti ad alto contagio, facendo sì che il personale sanitario non entrasse direttamente a contatto con i malati.Pepper e i suoi fratelli l'invasione dei robot umanoidi

A volte dunque può rivelarsi utile che il robot sostituisca l’essere umano?

Senz’altro, e non solo per motivi di sicurezza. I robot hanno avuto grande utilità anche per consentire gli ultimi contatti in videoconferenza con i parenti dei malati, che altrimenti sarebbero morti soli. Inoltre il robot ha veicolato il supporto psicologico, evitando che lo psicologo entrasse nei reparti di terapia intensiva, interagendo dall’esterno coi pazienti. Ciò ha consentito anche un abbattimento dei costi relativi ai dispositivi di protezione di cui doveva dotarsi il personale sanitario. Un robot oltre tutto risulta decisamente più empatico rispetto a un medico bardato di camici, visiere e filtri facciali.Pepper e i suoi fratelli l'invasione dei robot umanoidi

Prevedete di dotare Pepper di forme di intelligenza artificiale ancora più evolute?

Il robot, nelle terapie cognitivo-comportamentali in ambito autistico, Alzheimer e deficit del neurosviluppo diventa un generatore di stimoli che veicola le nozioni e stimola il ragionamento, e registra tutti i dati sanitari del paziente. Stiamo implementando un sistema di intelligenza artificiale che metta in relazione i dati acquisiti per velocizzare e rendere più efficaci le terapie.Pepper e i suoi fratelli l'invasione dei robot umanoidi

Dove sono stati sperimentati gli effetti del software RoboMate nella terapia dell’autismo?

L’ASP di Catania è stato il primo ente ospedaliero a sperimentare il nostro software all’interno del reparto di neuropsichiatria infantile, con risultati eccellenti. Siamo grati inoltre al professor Presti, docente di Psicologia Generale all’Università Kore di Enna, figura di rilievo internazionale nel campo della terapia dell’autismo, che ha curato la parte psicologica e neuropsichiatrica del software, rendendo tecnologici e più stimolanti i protocolli terapeutici già in uso in ambito neuropsichiatrico.Pepper e i suoi fratelli l'invasione dei robot umanoidi

Qual è esattamente la funzione del robot nella terapia dei distubi del neurosviluppo?

Il robot è un catalizzatore dell’attenzione, e grazie alla motivazione creata dall’interazione giocosa evita la fuga dal compito, rendendo l’apprendimento più efficace. Facilita inoltre i procedimenti di pensiero più evoluti, come la trasposizione simbolica della realtà attraverso l’uso delle metafore. Lavora in particolare sull’associazione fra pensieri, emozioni e immagini correlando le espressioni facciali del robot con immagini coerenti visualizzate nel tablet posizionato sul petto. Questo aiuta molto i bambini che hanno difficoltà a decodificare i pensieri dell’altro. E anche nei disturbi dello sviluppo che non comportano ritardi cognitivi ma difficoltà sociali, come i bambini affetti dalla sindrome di Asperger, i robot rappresentano un ottimo facilitatore delle interazioni sociali. Pepper e i suoi fratelli l'invasione dei robot umanoidi

Modalità di comunicazione emotiva del “bambolotto” tecnologico e interattivo?

Il robot è antropomorfo, è in grado di muoversi nello spazio e di comunicare con le espressioni facciali. Nei casi di bambini che abbiano difficoltà nell’interazione sociale, il sotware favorisce un pairing comunicativo basato su un legame di confidenza con l’amico robot. In effetti si tratta proprio dell’evoluzione tecnologica della teoria della bambola che, stimolando l’attaccamento e l’affettività del paziente, ha già da tempo rivelato effetti benefici nei malati con demenza e Alzheimer. Il robot diventa un oggetto transizionale su cui si riversa il naturale desiderio di scambio affettivo grazie al quale l’interazione con gli altri può essere intensificata. Solo in un secondo momento viene utilizzato come mediatore didattico per lo svolgimento degli esercizi tipici della terapia. Se nell’anziano affetto da Alzheimer si tratta di riabilitazione, nel caso del bambino affetto da autismo si tratta di un’abilitazione di competenze sociali, cognitive e comportamentali. E poi, a differenza degli esseri umani, non giudica, rendendo la comunicazione divertente e meno stressante.Pepper e i suoi fratelli l'invasione dei robot umanoidi

Ci può anticipare le novità tecnologiche di RoboMate?

Robot tridimensionali e interattivi presto saranno presenti nella realtà aumentata e potranno comparire a casa delle persone semplicemente scaricando un’app. Anche in questa nuova implementazione per noi è importante la funzionalità terapeutica che potrà avere luogo non più in ambito ospedaliero, ma anche nel contesto familiare del bambino. La modalità virtuale inoltre darà spazio alla fantasia: il robot potrà essere modellato in modi divertenti e creativi per favorire la comunicazione emotiva col bambino.Pepper e i suoi fratelli l'invasione dei robot umanoidi

Applicazioni nel contesto didattico?

L’Istituto Comprensivo “Claudio Abbado” di Roma lo utilizza dal 2017 con bambini BES (Bisogni Educativi Speciali), con deficit dell’attenzione e autistici. La cosa interessante che è stata osservata è che i bambini neurotipici hanno manifestato maggiore interesse per i bambini con problematiche per via delle loro interazioni con i robot, e ciò ha favorito la socializzazione e l’inclusione scolastica.Pepper e i suoi fratelli l'invasione dei robot umanoidi

Il robot potrebbe diventare in futuro un mediatore didattico per l’apprendimento delle discipline scolastiche?

Poco prima dell’avvento del Coronavirus, abbiamo creato, all’interno dell’Istituto “Santa Maria della Mercede” di Sant’Agata Li Battiati, Catania, il Centro Clinico “Sidney Bijou ABAxCatania” al servizio della didattica innovativa e inclusiva e della terapia dei deficit del neurosviluppo. Anche in questo senso il periodo del lockdown ha accelerato il processo di potenziamento di una didattica che non può più prescindere dalla tecnologia. C’è un comune denominatore fra terapia a distanza e didattica a distanza: la necessità di implementazione di nuove funzionalità del software per l’acquisizione di dati, non solo materiali, ma anche comportamentali e sociali che potrebbero mettere in luce disagi che possono sfuggire o non essere adeguatamente segnalati in presenza. Informazioni che è opportuno memorizzare e incrociare in maniera scientifica, meglio di quanto possa fare qualunque registro.Pepper e i suoi fratelli l'invasione dei robot umanoidi

A quando l’arrivo dei robot umanoidi nelle nostre case magari per portarci un caffè a letto?

E’ ancora un problema di costi. Un robot per uso casalingo ha un costo che si aggira intorno alle 20mila euro. Fra qualche anno ci arriveremo. Ma ciò che conta non è l’oggetto fisico, tangibile. La sfida è lo sviluppo delle applicazioni che lo abilitino in maniera innovativa. Un robot senza un buon software è come un uomo senz’anima

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Maggie S. Lorelli
Maggie S. Lorelli
Maggie S. Lorelli, dopo la laurea in Lettere all'Università degli Studi di Torino, si laurea in Pianoforte al Conservatorio “G. Verdi” di Torino e in Didattica della Musica al Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma. Dopo un' esperienza decennale alla Feltrinelli ha collaborato come autrice con Radio 3 Rai e Radio Vaticana e condotto programmi musicali. Ha svolto un tirocinio come giornalista presso l'agenzia di stampa Adnkronos,  scrive per varie riviste musicali specializzate, ha al suo attivo numerosi racconti e “Automi”, il suo romanzo d'esordio. Attualmente è docente di Pianoforte al Liceo musicale.
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