La rosa del Governo che sboccia a maggio
Bandiere imperscrutabili. Neanche il tricolore, lo stendardo presidenziale e il vessillo dell’Unione Europea che sventolano sul torrino del Quirinale lasciano trapelare la direzione che sta per prendere l’irrisolta situazione politica.
Una svolta che, secondo gli auspici e le speranze, potrebbe delinearsi alla vigilia del
Primo Maggio. Una svolta attesa dal Paese e che impensierisce l’
Europa. A cinquanta giorni dal voto e quattro giri di consultazioni, due col
Capo dello Stato e due a
Palazzo Giustiniani,
Centro destra,
Cinque Stelle e
Pd non solo non sono ancora riusciti ad aggregare fra loro una maggioranza di governo, ma invece di sedimentare, le tensioni fra gli schieramenti si sono anzi acuite.

Tanto che a conclusione delle 48 ore di confronti esplorativi senza esito, condotti dal Presidente del Consiglio incaricato, la Presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati, le polemiche sono diventate invettive. E i retroscena della certificazione della mancanza di un’intesa fra centrodestra e cinque Stelle, hanno gettato altra benzina sul fuoco delle divisioni, tanto fra i partiti del centrodestra quanto fra le anime del movimento fondato da Grillo.
Un crescendo di stracci e veleni che volano destinato a protrarsi fino all’esito, domenica sera, dei risultati delle elezioni regionali del
Molise. L’aggrovigliarsi della crisi e la prese di pozione filo-Usa e filo-euro dei 5-Stelle, secondo i sondaggi, avrebbero fatto perdere a
Campobasso tutti i 10 punti di vantaggio che il candidato grillino,
Andrea Greco, aveva nel confronti del competitor del centro destra
Donato Toma.

Il probabile testa a testa evidenzia la crescente difficoltà di Luigi Di Maio a far digerire al popolo del movimento la virata governativa, mentre il nuovo boom attribuito alla Lega segnala che la strategia di Matteo Salvini sarebbe nettamente prevalente.
Tra domenica notte e lunedì mattina, ad incidere maggiormente sulle decisione del
Presidente della Repubblica non saranno soltanto i veleni, le divisioni e i risultati del Molise, ma soprattutto lo spettro dell’ingovernabilità che rischia di incrinare la stabilità economica del Paese.

A meno del raggiungimento di un accordo in extremis fra Di Maio e Salvini, accordo che garantisca la maggioranza in Parlamento per un governo verde-giallo, il Capo dello Stato imprimerà un’accelerazione per assicurare un governo al Paese.
In mancanza di alternative, il Presiedente
Sergio Mattarella potrebbe conferire un nuovo incarico esplorativo al
Presidente della Camera Roberto Fico, per verificare la possibilità della formazione di una maggioranza fra grillini e Pd o di una maggioranza parlamentare attorno ad un esecutivo a guida 5 Stelle.

L’eventuale certificazione di una ulteriore mancanza di maggioranza aprirà, allora, la strada ad un governo di programma, per la messa in sicurezza dei conti pubblici, l’eventuale riforma della legge parlamentare e le elezioni anticipate al ridosso delle europee della primavera del 2019, in prossimità di un altro Primo Maggio.
Un governo presieduto da un esponente della società civile equidistante fra le tre forze politiche principali. I nomi che aleggiano sono gli stessi dei giorni scorsi:
Sabino Cassese, Raffaele Cantone, i Presidenti emeriti della Consulta
Silvestri e Tesauro. Ma potrebbero aggiungersi altre candidature per scelte innovative e con prestigiose carature giuridiche ed economiche.
