Rousseau ha detto un si forte e chiaro. Il popolo grillino approva a valanga, con circa l’80% di consensi, l’alleanza col Partito democratico.
Nel quadrilatero istituzionale si è tirato un sospiro di sollievo ed il Premier incaricato Giuseppe Conte e i vertici del Nazareno hanno accelerato la rifinitura del nuovo Governo.
Restano in bilico ancora il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e i Ministeri degli Esteri, l’Economia e l’Interno. Per Palazzo Chigi, fotofinish sul traguardo nell’ordine fra i grillini Riccardo Fraccaro Vincenzo Spadafora, l’attuale segretario generale Roberto Chieppa, e i dem Paola De Micheli e Dario Franceschini. I quali sono pluri candidati a vari ministeri: De Micheli allo Sviluppo alle Infrastrutture e al Lavoro; Franceschini alla Difesa e ai Beni culturali.
All’Economia sarebbero in ballottaggio l’euro parlamentare Roberto Gualtieri, Carlo Cottarelli (che ha improvvisamente disdetto la partecipazione alla Festa dell’Unità di Milano) Daniele Franco, attuale Vice direttore Generale di BankItalia, l’ex Direttore Generale dell’istituto centrale Salvatore Rossi, Dario Scannapieco vicepresidente della Banca europea degli investimenti e l’attuale titolare Giovanni Tria, molto gettonato a Bruxelles e da quanti reputano essenziale una continuità che eviterebbe la perdita di mesi preziosi per ricominciare da capo a predisporre la legge di bilancio.
Alla Farnesina paventano l’arrivo di Luigi Di Maio, una assoluta matricola della diplomazia, settore della politica internazionale fra i più specializzati.
Se l’ex vice Premier sarà dirottato alla Difesa, al Lavoro o allo Sviluppo economico, uno dei candidati più accreditati resta l’ex Premier ed ex Ministro degli esteri Paolo Gentiloni. Se non tornerà alla Farnesina, Gentiloni è sempre in pole position per la nomina del Commissario Europeo, per il quale hanno chance anche il segretario generale degli esteri, Elisabetta Belloni, e l’ex Ministro Paola Severino.
All’Interno sprint sul filo di lana fra il Prefetto di lungo corso Luciana Lamorgese e Mister Viminale, Marco Minniti. Non è tuttavia escluso che fra i due prevalga un terzo candidato.
Alla Difesa spareggio fra Lorenzo Guerini e Franceschini. Molte le possibili new entry dem: da Marina Sereni, che potrebbe andare alla Salute, ad Anna Ascani alla Cultura, a Simona Malpezzi in corsa per l’Istruzione, che però il M5s vorrebbe per Nicola Morra.
Per Leu, Rossella Muroni potrebbe andare all’Ambiente. Per la Giustizia si prospetta la conferma di Alfonso Bonafede, anche perché Andrea Orlando rimarrà al Nazareno e potrebbe diventare capogruppo alla Camera al posto di Graziano Delrio, in lizza per il ministero del Lavoro, dove si parla anche di Peppe Provenzano.
La lunga notte dei ministeri si protrarrà fino a quando Conte non salirà al Quirinale per sciogliere la riserva e sottoporre al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la lista dei componti del nuovo esecutivo che si regge sulla inedita maggioranza 5Stelle, Pd e Leu.
Notevole il pressing finale per far parte di un Governo che si preannuncia di legislatura e, come ripete Beppe Grillo, di incidenza storica e riformista. Il Premier incaricato si è conquistato sul campo, anche in questa convulsa e delicata fase, il ruolo di protagonista assoluto della positiva soluzione, dalla contrapposizione iniziale a Matteo Salvini all’epilogo, di una difficile crisi concentrica con molteplici profili di rischi istituzionali.
La crisi è ormai al punto di non ritorno e quando Conte trarrà la sintesi, fra le molteplici candidature presentate dai partiti, difficilmente Pd e 5 Stelle potranno opporre obiezioni e puntare ulteriormente i piedi.
Gli eventuali conti interni dei partiti dovranno essere insomma rimandati a data da destinarsi.
Che per il Pd saranno le regionali e le amministrative, nonché i congressi locali, con il rimescolamento delle alleanze fra le correnti.
Le scintille e le tensioni interne fra Grillini vengono, invece, per il momento mimetizzate dalla soddisfazione per il successo del numero dei votanti, circa 80 mila, che hanno partecipato alla consultazione sulla piattaforma Rousseau, la cabina di regia digitale del Movimento 5 Stelle, gestita dalla Casaleggio associati.
“Sono molto contento di questa dimostrazione di democrazia diretta che oggi si è concretizzata, il M5S è l’unica forza politica che fa partecipare i propri iscritti a scelte cosi importanti, scelte che scriveranno il futuro del nostro paese”, ha sottolineato Davide Casaleggio. “Quando si coinvolgono le persone -rimarca Casaleggio- le persone possono scegliere il futuro di una comunità e di questo dovremmo essere molto contenti e cominciare a prendere esempio anche dalle esperienza estere”.
Non la pensano però così i costituzionalisti e storcono il muso anche gli esperti di cybersecurity, che paventano le sempre possibili manipolazioni.