L’ansia di Putin si decide fra le anse del Dnepr, il grande fiume identitario della storia dell’Ucraina. Un’insicurezza quella del Presidente russo che trasuda dall’affermazione chiave “la data entro la quale l’operazione speciale potrebbe concludersi dipende dall’intensità dei combattimenti” scandita nel contesto dell’anniversario del primo volo nello spazio di Yuri Gagarin, accanto all’unico alleato che almeno a parole lo spalleggia, il padre padrone della Bielorussia Alexander Lukashenko.
Un vertice spaziale dietro il quale si cela la nuova pressante richiesta del Cremlino a Minsk di partecipare direttamente all’invasione dell’Ucraina e di creare un fronte nord davanti a Kiev per accerchiare e dividere la resistenza ucraina impegnata sul fronte del Dombass.
Il controllo del Dnepr rappresenta l’obiettivo strategico della nuova offensiva russa che sta impegnando ben 90 divisioni formate da nuove reclute e dai richiamati in servizio fra i congedati degli ultimi 10 anni. Una mobilitazione.
A meno dell’inatteso colpo di scena che rappresenterebbe l’entrata in guerra della Bielorussia, che al momento viene escluso, secondo gli analisti militari le brigate ucraine schierate al sud potrebbero fermare l’avanzata di Mosca.
![La chiatta che galleggia nel fiume dnepr. panorama della città di kiev | Foto Premium](https://img.freepik.com/premium-photo/barge-floating-dnieper-river-kyiv-city-landscape_96931-89.jpg)