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Putin e Trump alleati di fatto contro la democrazia

Fra l’assuefazione dell’opinione pubblica internazionale e la cinica routine della guerra, i fronti del conflitto si moltiplicano.

Dalle forti tensioni fra Polonia e Bielorussia, alle trattative di pace alle quali nessuno crede, avviate dall’Arabia Saudita, i bollettini di guerra evidenziano come gli scontri più sanguinosi e devastanti si concentrino nella città di Bakhmut e a sud di Kherson dove le forze ucraine continuano ad avanzare lentamente ma progressivamente.Putin e Trump alleati di fatto contro la democrazia

Un altro fronte caldo é quello degli attacchi sferrati conto la flotta russa nel Mar Nero. Attacchi conclusisi per adesso con la messa fuori uso all’interno della base navale di Mosca a Novorossijsk della nave da guerra adibita a trasposto truppe Olenegorsky Gornyak di 112 metri.

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Nave trasporto truppe Olenegorsky Gornyak

Ai bombardamenti indiscriminati contro tutte le città dell’Ucraina ed i porti sul Mar Nero si contrappongono le sporadiche incursioni dei droni di Kiev su Mosca. Incursioni di grande impatto psicologico negativo per la popolazione della capitale russa finora immune alla guerra.

La seconda estate dell’invasione scatenata dall’armata russa contro l’Ucraina evidenzia un quadro internazionale inquietante. “Putin sta usando grano e cibo come arma, per mettere a rischio  l’approvvigionamento alimentare globale. Ma i suoi cinici tentativi falliranno” denuncia  su The Economist Josep Borrell, il Commissario europeo per gli affari esteri e la politica di sicurezza.

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Josep Borrell

Intanto come reazione immediata, i prezzi all’ingrosso del grano e del mais sono schizzati in alto ed é probabile che l’aumento dei prezzi alimentari persista, aggravando la crisi globale del costo della vita, in modo più acuto per le economie deboli e i paesi in via di sviluppo.

Il Presidente russo scommette sull’ampliamento della crisi mondiale e sui tempi lunghi dell’ “ammuina” economica per una precisa ragione: punta alla vittoria di Donald Trump alle presidenziali americane del 5 novembre 2024.

Putin e Trump alleati di fatto contro la democrazia
Trump e Putin

Un incubo tremendamente reale, quello del possibile ritorno alla Casa Bianca del tycoon pluri incriminato per cospirazione contro gli Stati Uniti e attentato alla Costituzione, eppure in crescita nei consensi ed in grado di contendere la presidenza Biden.

Molto più e meglio di quanto non abbia già fatto in passato ai danni di Hillary Clinton, Putin é pronto a ricorrere a tutto, dall’intelligence estrema, alla manipolazione della rete e del sistema elettorale americano, pur di consentire a Trump di essere rieletto.

Che crolli o meno il baluardo della democrazia degli Stati Uniti a Putin non importa alcunché, anzi. L’interesse primario del Cremlino é che la nuova eventuale amministrazione Usa, e quindi anche la Nato, cessino immediatamente di sostenere militarmente Zelensky e l’Ucraina in modo che le pur mal ridotte armate di Mosca possano regolare i conti con Kiev e evitare in extremis la disfatta della Russia già iniziata.

Secondo il Washington Post la marcia su Mosca dei mercenari della Wagner non ha ancora sanato non soltanto le spaccature in seno al Cremlino, ma anche il divario sempre più profondo all’interno della sicurezza e dell’establishment militare della Russia sulla condotta della guerra in Ucraina.

L’attuale sistema autoritario della Russia é formato in modo tale che senza un comando molto chiaro da parte della leadership, le persone non fanno nulla. Quando la leadership é in subbuglio e allo sbando, la situazione a livello locale é anche peggiore. Lo scontro con Prigozhin ha messo in luce – sottolinea il Washington Post – le debolezze del sistema di gestione clientelare di Putin, in cui i clan rivali sono messi l’uno contro l’altro, ma che é stato portato al punto di rottura dalla guerra.

Putin e Trump alleati di fatto contro la democrazia
Le maschere di Prigozhin e di Putin

“Putin si è dimostrato non in grado di prendere decisioni serie, importanti e rapide in situazioni critiche. Si è semplicemente nascosto”, ha detto Gennady Gudkov, un ex colonnello dei servizi di sicurezza russi che ora é un politico dell’opposizione in esilio. “Per ovvi motivi ciò non è stato compreso dalla maggior parte della popolazione russa. Ma é stato compreso molto bene dall’élite di Putin. Non è più il garante della loro sicurezza e della conservazione del sistema.

Un esponente degli oligarchi con legami con i servizi segreti russi ha dichiarato al Washington Post, con la garanzia dell’anonimato, che la “Russia è un paese di regole mafiose. E Putin ha commesso un errore imperdonabile. Ha perso la reputazione.”

E per rimettersi in carreggiata a Mosca il Presidente Russo punta dunque tutte le sue ultime chance su Trump, percepito come una sorta di suo alter ego.

Col drammatico e paradossale effetto di uno spietato e incallito dittatore che affida la sua sopravvivenza ad un aspirante dittatore dilettante, che si muove tuttavia in un contesto di principi e norme autenticamente democratiche e costituzionali, talmente radicate che difficilmente consentiranno un vulnus così esiziale.Putin e Trump alleati di fatto contro la democrazia

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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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