Francesco al contrattacco
Quaresima di fibrillazione in Vaticano. Per rompere l’assedio dei tradizionalisti che non perdono occasione per attaccarlo a colpi di dubbia e continui richiami a presunte ortodossie teologiche, Papa Francesco ha emanato un motu proprio che consente di rafforzare e circoscrivere la vasta area di consenso che, nonostante i molti che remano contro, si stringe attorno al Pontefice all’interno delle mure leonine e nell’ambito del Collegio Cardinalizio e dell’episcopato.
Bergoglio ha disposto che, a differenza dei Vescovi diocesani, che al compimento dei 75 anni “sono invitati a presentare al Papa la rinuncia al loro ufficio pastorale” i capi dicasteri della Curia romana e i Nunzi apostolici “non cessano ipso facto dal loro ufficio”, ma “devono presentare la rinuncia al Sommo Pontefice“, e il loro ufficio “è considerato prorogato fino a quando non sia comunicata all’interessato l’accettazione della rinuncia o la proroga” decisa ovviamente dal Papa, “per un tempo determinato o indeterminato”.
Ancora più di prima Francesco potrà cioè scegliere i collaboratori più efficienti e fedeli senza preoccuparsi di scadenze e successioni imposte dall’incalzare dell’età.
Saggiamente accompagnato dalla cortina fumogena della proroga di due anni alla guida della Diocesi di Genova al Cardinale Arcivescovo Angelo Bagnasco, che ha appena compiuto 75 anni, il motu proprio allenta le inevitabili tensioni attorno alle scadenze dei singoli componenti della squadra del Papa.
A cominciare dal Cardinale Gualtiero Bassetti, Presidente della Conferenza Episcopale italiana e dal decano della Sacra Rota, Mons. Pio Vito Pinto, 76 enne, estensore dello spirito della riforma matrimoniale e l’interprete più fedele e autorevole della Esortazione Apostolica Amoris Laetitia bersaglio degli attacchi dei tradizionalisti.
Seguono i Cardinali Amato e Coccopalmerio, rispettivamente ai vertici della Congregazione per i Santi e del Pontificio Consiglio dei testi legislativi.
Ed ancora i Presidenti della Congregazione del Clero e del pontificio consiglio del dialogo interreligioso, i Cardinali Stella e Tauran; i Presidenti della Congregazione per le Chiese orientali e del pontificio consiglio per la cultura, i Cardinali Sandri e Ravasi, per non parlare dei vertici dell’Amministrazione del patrimonio della Santa Sede e della Pontificia accademia delle Scienze, Calcagno e Sanchez Sorondo e, infine, il Cardinale Bertello, 76 anni, presidente del Governatorato e membro del C9, il gruppo che coadiuva il Papa per la delicatissima riforma della Curia.
Insomma il cuore del Pontificato al quale Bergoglio, in attesa di completare il rivoluzionario rinnovo del Collegio cardinalizio, ha assicurato continuità e piena legittimità.