Renzi exit tridimensionale: ho tentato, ho perso, mi dimetto. Il sipario sul Governo è calato sotto il peso della massiccia affluenza vicina al 69%, e dei circa 20 punti di differenza fra l’oltre 59% dei No e lo stentato 40% ottenuto dai Si. “Ai vincitori del fronte del No onori e oneri della netta vittoria. La mia esperienza governativa finisce qui. La poltrona che salta è la mia” ha scandito mezzora dopo la mezzanotte il Premier, che ha annunciato che si recherà al Quirinale per formalizzare le dimissioni.

Una mezzanotte di fuoco contraddistinta dalla valanga dei No e dai commenti. “Se il Pd vuole scaricare sulle istituzioni questo risultato negativo per il Governo rischia di ingarbugliare ulteriormente la situazione” ha sottolineato a RaiNews24 l’editorialista del Corriere della Sera, Massimo Franco, che ha aggiunto “credo che al di là della presa di posizione molto netta e molto onesta di Renzi ci sia il limite di chi non riesce a rendersi conto che la crisi è stata provocata non da un popolo che non ha capito, ma da un Governo che ha personalizzato il referendum e non è stato in grado né di farsi comprendere né di spiegare le cose e quindi credo che l’onere non sia soltanto dei vincitori del No, ma anche del governo e della maggioranza uscenti”.
Riguardo alle possibili nuove maggioranze, l’editorialista di Repubblica Stefano Folli ritiene che sia difficile una grosse koalition, per le crescenti difficoltà di Berlusconi nel centrodestra, ma che invece possa formarsi una larga maggioranza sulla nuova legge elettorale.”
Lapidario Amedeo La Mattina, editorialista della Stampa: ” Dopo una debacle di queste proporzioni Renzi non poteva che dimettersi e fare autocritica su come ha disperso un patrimonio politico. Resta da vedere cosa sono in grado di fare i vincitori dell’eterogeneo fronte del No, divisi su tutto”.

Per il parlamentare del Pd e Costituzionalista Giuseppe Lauricella: “ la partecipazione al voto è stato un grande esempio di democrazia. Si è proposto di cambiare la parte dell’organizzazione della nostra Costituzione senza toccare i principi fondamentali e mantenendo un sistema garantito sul piano democratico.
Gli elettori si sono espressi contro questa proposta. Un risultato che va accettato senza esitazioni.
Rimane la nostra costituzione. L’Italia va comunque avanti. Il presidente Renzi ha con dignità dato un segnale di serietà assumendosi la responsabilità del risultato. Non ritengo il risultato una sconfitta. Ritengo semplicemente che il popolo non abbia voluto confermare la riforma approvata dal Parlamento.
Tutti sappiamo e sapevamo che comunque una Costituzione l’abbiamo e con questa andremo avanti.
Da domani vedremo. Insieme a Renzi. Sapendo che dovremo subito approvare la legge di bilancio che serve al paese e una legge elettorale che sappia garantire equilibrio e coerenza tra le maggioranze delle due Camere, cancellando dalla legge elettorale meccanismi che rischiano di produrre sproporzioni tra rappresentanza politica e rappresentanza parlamentare, attesa la condizione tripolare dell’elettorato e della politica. La prossima modifica costituzionale dovrà essere quella dell’art 138, prevedendo la possibilità di revisione solo se approvata con i 2/3 dei componenti delle due camere .”

Per la Parlamentare Serena Pellegrino, esponente di Sinistra Ecologia e Libertà: “Ha vinto la Costituzione. Come diceva Berlinguer nel suo sempre verde intervento sulla ” questione morale” le dinamiche che muovono i cittadini quando c’è un referendum sono molto diverse da quando ci sono le elezioni politiche o amministrative. La grande affluenza fa capire che c’è ancora voglia di democrazia.”

Diametralmente opposta l’opinione della parlamentare del Pd, e Presidente della Commissione d’inchiesta sul caso Scieri, Sofia Amoddio:”Abbiamo perso una grande occasione e il treno della riforma non passerà mai più. Renzi è stato netto e schietto nella vittoria e nella sconfitta e nessun politico ha mai parlato con questa chiarezza.”