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Rischio Ecuador in mano ai narcos

“Un golpe de estado por narcos” un tentativo di colpo di stato dei narcotrafficanti, lo definiscono a Quito, capitale sotto assedio di un Ecuador sconvolto da massacri, assalti e  scontri fra le milizie dei cocaleros e l’esercito regolare non si sa quanto fedele al presidente Daniel Noboa.Rischio Ecuador in mano ai narcos

A differenza dei ricorrenti “pronunciamentos” militari dell’America latina  questa volta l’assalto alle istituzioni della Repubblica dell’Ecuador, indipendente dalla Spagna dal 1822, é scattato dopo due clamorose evasioni dalle carceri dei due capi indiscussi delle bande di narcos che controllano manu militari varie aree del Paese: Adolfo Macías, noto come “Fito”, leader del gruppo criminale Los Choneros e Fabricio Colón Pico: capo della banda dei Los Lobos, detenuto per aver minacciato di morte la Procuratrice Generale Diana Salazar. Con loro sono riusciti a fuggire una cinquantina di complici.

Un’evasione in massa organizzata dai cartelli del narcotraffico per sfidare il governo, impadronirsi dello Stato e istaurare ufficialmente un governo che riconosca la raffinazione e l’esportazione di cocaina, eroina e dell’oppioide sintetico fentanyl che sta soppiantando le droghe tradizionali.

Rischio Ecuador in mano ai narcos
I due capi narcos evasi

Un tentativo di golpe dietro il quale si intravede il sostegno dei potenti e agguerriti cartelli dei narcos colombiani, boliviani e messicani in cerca da anni di coperture e legittimazioni, soprattutto per il colossale riciclaggio di narcodollari. 

E’ l’aspetto più allarmante del caos criminale che attraversa tutte le province del paese con rivolte nelle carceri, assalti alle sedi di Tv e giornali, ospedali, università e uffici pubblici, esplosioni di auto bomba e  sequestri di poliziotti e soldati.

Nonostante lo stato d’emergenza e la mobilitazione delle forze armate decretato dal Presidente Noboa l’Equador rischia di essere controllato dalle milizie narcos che dispongono di moderni armamenti.

Rischio Ecuador in mano ai narcos
Daniel Noboa

Il paese non produce direttamente coca, ma incastonato tra Perù e Colombia, che sono i due massimi produttori mondiali, é stato trasformato in un hub per il transito di droga verso l’Europa e il nord America. Un hub epicentro di corruzione, faide e violenze, fino alla tragica esecuzione fra la folla in piena campagna elettorale del candidato presidenziale Fernando Villavicencio, che intendeva combattere il narcotraffico.

Il pericolo dell’effetto icerberg criminale dell’Ecuador allarma gli Stati Uniti, che hanno offerto sostegno militare al governo Noboa. Lo stesso hanno fatto  Argentina, Bolivia, Colombia, Paraguay e Perù , condannando la criminalità organizzata. A Washington e nelle capitali latino americane si sta mettendo a punto un piano di interventi congiunti, probabilmente sotto l’egida delle Nazioni Unite.Rischio Ecuador in mano ai narcos

Nonostante l’ondata di terrore a Quito e  nelle altre principali città, Cuenca, Santo Domingo de los Colorados, Portoviejo, Machala, Ambato, Manta e Durán, nuclei di cittadini affiancano le forze armate, mentre nelle parrocchie oltre alle preghiere si sente intonare l’inno nazionale equadoregno, scritto dal poeta e esponente politico Juan León Mera.

Un inno che inizia con  «Salve o Patria, mille volte Patria» e si conclude con parole che si spera ora siano profetiche «e  se nuove catene prepara l’ ingiustizia di un barbaro destino, spirito di Pichincha (dal nome della battaglia decisiva per l’indipendenza)  previeni tu la morte della Patria e dei suoi figli». decretato-lo-stato-d-emergenza-in-ecuador

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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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