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Rubrica di critica recensioni anticipazioni
by Adriana Piancastelli
E dopo cinque – lunghi – giorni è volato via anche il 75esimo Festival di Sanremo.
Un happening senza età nell’epoca dei filtri e degli interventi estetici, una sorta di “specchio, specchio delle mie brame” in cui l’oggetto del desiderio non è la bellezza, ma l’eco mediatico.
Carlo Conti, dopo l’Amadeus/Fiorello timing, nasce per accontentare tutti, anzi, restando in linea “….tutta l’Italia-a”, il Festival per tutti, dai bimbi prodigio alle mamme anziane, tenere come bambine.

Veloce quanto basta, normale a sufficienza , moderatamente ironico e inclusivo come mamma RAI, è arrivato Carlo Conti.
Davvero pochi gli elementi di rottura : qualche lampo di novità in alcune insospettabili freschezze canore e interpretative, per il resto è tradizione come una pizza margherita o il panettone a Natale.

Si parte con una serata lunghissima: 29 interpreti, fiori a sfare, Gerry Scotti in prestito, rassicurante (….”ho realizzato un sogno”….alla faccia dell’es e della fase REM…) e l’altrettanto rassicurante Antonella Clerici totalmente nel mood “elegante ma non troppo e sexy ma non troppo”, fatina de’ noantri, coreografica il giusto, come una torta nuziale.
Originalità poca, musicalità così così, banalità q.b., la ricetta non cambia, il prodotto nemmeno.
Tra i fiori freschi Bresh, Olly, Brunori, Corsi, Coma_Cose, Lauro, Brancale.

I fiori sempre in fiore, Cristicchi, Noemi, Giorgia, Annalisa, Irama – purché cambi sarto, vestito, costumista, outfit maker- Elodie e Annalisa.
I fiori conservati in frigo, Massimo Ranieri, Marcella Bella, Moda e, tra gli ospiti, certamente i Duran Duran, ex belli, ex pop, ex famosi (….adieu Simon Le Bon).
Il resto galleggia in un mare di note tra il già sentito – Rondo’ Veneziano rivisitato per Sara Toscano- l’ammiccante – i poco colorati Kolors – ed il consueto eco brasilero – Gaia.

Tra gli ospiti o co-conduttori, Benigni ha interpretato Benigni e Frassica ha recitato Frassica, Katia Follesa banalizzata, ma divertente, Bianca Balti, bellissima e sorridente nonostante le tracce evidenti del percorso medico faticoso, Geppy Cucciari intelligente e ironica e Mahmood, fratello in risultati di manomissione estetica di Gabriel Garko, meglio quando canta ( soprattutto a torso nudo) che quando presenta.
Damiano David ha sostituito Damiano dei Maneskin con meno rock e meno sex appeal, senza ripetere la magia indimenticabile di “Amandoti“.
Buona la prova di Alessandro Cattelan, da sempre il bravo presentatore del futuro Festival , migliore di Alessia Marcuzzi, spigliata, carina, sorridente, con la sindrome cronicizzata della ragazza della porta accanto.
