L’Italia e l’Europa sul filo dell’implosione economica e politica. Una prospettiva ineluttabile, se non verranno urgentemente attuati gli essenziali interventi europei di solidarietà e mutuo sostegno finanziario.

Per quanto riguarda il nostro Paese lo evidenzia, più di tutte le analisi degli economisti internazionali, soprattutto la disamina del Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, nell’annuale relazione dell’Istituto di credito centrale: “l’impatto sul sistema economico-finanziario del coronavirus sarà di proporzioni molto ampie e profonde. Il Paese, l’Europa, il mondo intero – ha affermato Visco- condividono ansia e difficoltà nell’affrontare una sfida straordinaria. La repentina diffusione del nuovo coronavirus, oltre a minacciare gravemente la salute della popolazione e a mettere sotto estrema pressione i sistemi sanitari, ha sconvolto le nostre abitudini di vita, i processi di lavoro”
Sul piano internazionale sta intanto scuotendo la Germania la lettera appello a tutta pagina che un gruppo trasversale di esponenti politici e amministratori italiani ha fatto pubblicare a proprie spese sul quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung per spingere la Berlino a non seguire il cattivo esempio dei Paesi Bassi sugli Eurobond.
“È una sfida che riguarda la sopravvivenza dell’Ue”, si legge nel manifesto. “E se l’Ue non prova che esiste ora, cesserà di esistere”. Oltre che dall’ispiratore dell’iniziativa, l’ex Ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda, il manifesto è stato firmato dai Governatori del nord Italia e da sindaci delle città e delle Regioni più colpite dalla pandemia: Beppe Sala, Giorgio Gori, Stefano Bonacini, Giovanni Toti.
È un’iniziativa, spiega Calenda su Twitter, presa “per parlare ai tedeschi perché ricordino come dovrebbe comportarsi un grande Paese durante un’emergenza”.
L’Italia è entrata intanto nella quarta settimana di emergenza e continua razionalmente a resistere ed a riflettere. Zerozeronews propone come spunto le considerazioni di due filosofi che a distanza di oltre due mila anni sono giunti pressoché alla stessa conclusione:
“Senza la speranza è impossibile trovare l’insperato”, Eraclito.
“In ogni caso la speranza conduce più lontano della paura”, Ernst Jünger.
Personalmente aggiungiamo il grande auspicio di sottolineare quanto sarebbe significativo bello, commovente e di grandissimo sprone per la nostra Italia ( e se c’è ancora anche per l’Europa) poter celebrare la festa del Primo Maggio, la festa del lavoro, del lavoro che riprende, in maniera quanto più possibile tradizionale con manifestazioni e interventi sindacali e istituzionali.
Fonti: Agenzie Agi Italpress Ansa